Eserciti, armi, rifugi: così l’Europa si prepara alla guerra contro la Russia

L’Europa si prepara alla guerra contro la Russia. Mentre la guerra ibrida del Cremlino contro l’Occidente per ora è fatto solo di droni, spionaggio, cyberattacchi, dal Regno Unito al Belgio, dalla Grecia all’Albania cambia l’approccio alla difesa. Mentre in Italia il ministro della Difesa Guido Crosetto parla apertamente delle minacce militari e ibride a cui l’Italia deve prepararsi. Il Foglio spiega che però sarà difficile convincere le opinioni pubbliche. «Se si mandasse nelle case degli italiani un libretto per prepararsi a un attacco, sul modello dei paesi nordici, cadrebbe il governo», dice una fonte al quotidiano.
L’Europa e la guerra prossima ventura
Uno degli esempio è il bunker del monte Soratte. Un tempo destinato alla protezione delle istituzioni, oggi «in caso di attacco esterno il presidente della Repubblica, che è anche il capo delle Forze Armate, sarebbe provvisto di adeguate misure di sicurezza. Ma non di un bunker». Perché è stato trasformato in un luogo turistico. Intanto è quasi pronto il nuovo Piano di difesa nazionale: si tratta di un documento segreto, coordinato con i ministeri e le diverse autorità competenti, compresa la Protezione civile che dipende dalla presidenza del Consiglio, per preparare autorità locali e servizi in caso di crisi. Il Piano è segreto per motivi di sicurezza, ma sempre più paesi scelgono la trasparenza per coinvolgere sempre di più la società civile all’eventualità di un’emergenza che non è più soltanto una remota eventualità.
In Europa
In Europa ci sono però paesi che la pensano diversamente. La Lituania ha intensificato i piani nazionali di difesa. Per adeguare tutte le strutture sono intervenuti finanziamenti del ministero dell’Interno. Il paese sta preparando la popolazione con una campagna chiamata “Ole Valmis” (che vuol dire: tieniti pronto). Che prevede la preparazione dei rifugi. Le autorità distribuiscono alla popolazione manuali con indicazioni di sopravvivenza, evacuazione, come preparare scorte e come accertarsi della presenza di un rifugio nelle vicinanze.
Il Nord
La Lettonia ha attuato una strategia di zero tolleranza nei confronti delle simpatie per la guerra contro l’Ucraina. Dopo il febbraio 2022 Riga ha deciso di reintrodurre la leva obbligatoria con un servizio di 11 mesi per uomini dai 18 ai 27 anni. Nelle scuole invece è obbligatorio il corso di difesa nazionale. Il confine con la Russia è lungo 217 chilometri. In Estonia i cittadini sono invitati a conoscere già i rifugi nelle vicinanze e tutto è spiegato nel manuale che è stato distribuito alla popolazione nel 2024, stampato in estone, russo, inglese e proposto anche in ucraino nella versione online. Anche i piani di evacuazione sono attivi, soprattutto nelle zone di confine. In Finlandia i parlamentari nei prossimi mesi dovranno imparare a usare il rifugio della protezione civile situato sotto l’edificio del parlamento. A gennaio 2024 il governo di Helsinki ha pubblicato le nuove linee guida nazionali per la pianificazione e l’esecuzione delle evacuazioni della popolazione in caso di guerra.
I rifugi
In Svezia «la protezione della popolazione e della società», in caso di crisi, «sono diventate priorità strategiche per l’Europa». Il governo ha speso 7,7 milioni di euro per ristrutturare 64 mila rifugi. Saranno adattati alle minacce moderne, come per esempio l’aggiornamento dei filtri d’aria per la protezione da armi chimiche/radiologiche/nucleari. Il Regno Unito ha aumentato il budget della difesa. L’esercito passerà da 76.000 a 79.000 soldati, sarà creata una nuova guardia interna a tutela delle infrastrutture strategiche, si prevedono 15 miliardi di sterline per sviluppare nuove testate nucleari lanciate dai sottomarini.
La Germania ha cominciato spendendo 100 miliardi in più per le esauste casse della Bundeswehr, da anni collezionatrice di figuracce internazionali per il pessimo stato dei propri armamenti. Poi altri 500 miliardi promessi a marzo, mentre ogni carro armato vecchio dato a Kiev è stato sostituito con tre di ultima generazione. Il primo produttore di armi tedesco, Rheinmetall, sta riadattando due suoi impianti, uno a Berlino l’altro a Düsseldorf, da componenti d’auto a componenti per carri armati, munizioni e satelliti da ricognizione.
Il servizio militare
Infine, la Francia. Negli ultimi mesi ha moltiplicato le misure volte a rafforzare la propria resilienza militare, civile e digitale in vista di un potenziale attacco della Russia. Sul versante militare, Macron ha annunciato due settimane fa l’introduzione di un servizio militare volontario. Previsto anche un massiccio aumento della spesa per la difesa: dall’attuale 2 per cento del pil, Macron, al summit Nato tenutosi a giugno all’Aja, ha promesso un incremento fino al 3,5 per cento all’orizzonte 2035. Sul piano interno, Parigi, sull’esempio dei paesi scandinavi, ha appena sfornato un manuale di sopravvivenza intitolato “Tous responsables”.
