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I proprietari decidono di vendere la casa, pensionato la fa saltare in aria ma muore: «Ora faccio un casino»

09 Dicembre 2025 - 08:59 Ugo Milano
pierantonio cianti barberino esplosione casa
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Pierantonio Cianti, 71 anni, è deceduto la mattina di lunedì a Barberino di Mugello. Negli ultimi mesi aveva cercato un’altra sistemazione: «Mi toccherà andare alla Caritas»

Era disposto a tutto Pierantonio Cianti pur di non abbandonare la casa a Barberino di Mugello in cui per anni aveva vissuto la madre e dove, alla sua morte, lui si era trasferito. Lo diceva con tranquillità a tutti in paese, da quando aveva saputo che i proprietari dell’immobile avevano deciso di venderlo: «Faccio un casino». Poi, nella notte di lunedì 8 dicembre, un boato ha scosso la cittadina, a dieci minuti dal centro. L’abitazione di “Ciantolo”, così lo chiamavano gli amici, era stata dilaniata da un’esplosione e quello che ne rimaneva era consumato da un incendio. All’interno il 71enne, deceduto. 

Chi era Pierantonio Cianti

Quella casa, al primo piano di un edificio giallo, era tutto per Cianti. Nato proprio a Barberino di Mugello, aveva lavorato prima come operaio e poi come camionista. Divorziato con due figli lontani, in seguito aveva tentato di cavarsela come poteva, facendo più che altro lavoretti. La pensione che incassava negli ultimi anni però non bastava a coprirne le spese. La notizia della vendita dell’immobile, e quindi del mancato rinnovo del contratto di locazione, è stata per lui insopportabile.

I racconti al bar e il dramma dell’affitto: «Mi toccherà andare alla Caritas»

Frequentava ogni giorno il bar in centro, dove tutti lo conoscevano. Lì aveva iniziato ad accennare al dramma che avrebbe dovuto vivere, quello dello sfratto: «Devo trovare un’altra sistemazione, mi mandano via», raccontava. E poi aggiungeva: «Mi toccherà andare alla Caritas». L’angoscia spesso si trasformava in rabbia e disperazione: «Non ce la faceva più», ha raccontato un’amica a Repubblica. «È una fine tragica, nelle ultime settimane aveva chiesto in giro se qualcuno avesse una sistemazione libera». Domenica, poche ore prima di far saltare tutto in aria, era tornato in piazza: «Ci ha ripetuto: “Mi mandano via”», hanno ricordato i compaesani. «Lo aveva detto fin dalla fine dell’estate. Qualcuno, forse il Comune, aveva cercato di aiutarlo facendogli vedere un’abitazione». 

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