Leonardo Maria Del Vecchio e l’offerta per Gedi respinta da Elkann: «140 milioni e sono pronto a rilanciare»

«Ho messo sul piatto 140 milioni per investire e rilevare il Gruppo Gedi e lo ho fatto rispettando la tempistica dettata dall’offerente. Ero pronto a rilanciare ancora. Ma la proprietà di Gedi alla fine ha fatto una scelta diversa. Che rispetto». Leonardo Maria Del Vecchio, azionista con il 12,5% di Delfin, la holding a capo dell’impero che ruota intorno a EssilorLuxottica con la sua Lmdv Capital, dice al Sole 24 Ore di aver presentato un’offerta al gruppo Gedi, la società editoriale che possiede La Repubblica e La Stampa, mentre era in corso la trattativa con il gruppo Antenna dell’armatore greco Theo Kyriakou, che conta un socio finanziario forte come il fondo sovrano dell’Arabia Saudita, Pif.
Il pareggio dell’offerta
Ma il pareggio dell’offerta del concorrente a quanto pare non è bastato. Domenica 7 dicembre il gruppo editoriale ha fatto sapere che «Gedi resta impegnata nella trattativa in corso con il gruppo Antenna interessato a La Repubblica e alle altre testate del gruppo editoriale». Mentre al momento «non ci sono le condizioni per aprire nuove strade». Del Vecchio dice al quotidiano di Confindustria che ha sempre pensato di entrare nell’editoria. «Non tanto per la profittabilità del business ma perché ritengo che sia essenziale garantire l’informazione autorevole e di qualità di rimanere in una posizione centrale, soprattutto per le nuove generazioni che non hanno più riferimenti chiari a cui ispirarsi ma sono travolte dal mondo dei social declinato in tutte le molteplici forme, da TikTok ai social media. L’informazione – libera, plurale, indipendente – è un pilastro fondamentale per il futuro del nostro Paese».
Del Vecchio e Gedi
L’imprenditore dice di aver scelto Gedi perché «rappresenta un patrimonio. Che non deve essere inteso come un bene da sfruttare nel breve termine, ma piuttosto come un’infrastruttura di democrazia, cultura e partecipazione. Una base solida su cui costruire un progetto altrettanto solido e capace di essere in sintonia con un mondo dell’informazione in continua evoluzione». E spiega: «Il gruppo Lmdv Capital ha offerto 140 milioni, pareggiando l’offerta del gruppo di Theo Kyriakou ma lo ha fatto solo nel momento in cui il negoziato, in corso da tempo, si era praticamente chiuso su quei valori». Dice di aver aspettato il termine del periodo di esclusiva: «Evidentemente la mia attesa nel formalizzare l’offerta è stata presa come un ritardo. Ma non è così: non appena l’esclusiva è scaduta ho inviato al consiglio di amministrazione l’offerta vincolante».
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Del Vecchio ed Elkann
Del Vecchio dice di aver preso contatto con Elkann: «La famiglia Agnelli ha scelto di non dar seguito alla mia iniziativa. E io rispetto la loro scelta anche se non la comprendo fino in fondo. E smentisce il coinvolgimento di Lapo Elkann nell’operazione: «Sono legato a Lapo da una profonda amicizia, ma in questo progetto mi muovo da solo, nessuna cordata e lui non è coinvolto». Poi le parole su Repubblica e Stampa: «Un gruppo editoriale vive attraverso le sue firme, le sue redazioni, la competenza costruita in decenni. Fondamentale mantenere una linea di continuità per proteggere questo patrimonio: consolidare invece di tagliare; costruire invece di frammentare. Un editore deve partire da qui, non da un foglio excel».
L’eredità
Infine, parla dell’eredità del padre e dell’accordo per concentrare Delfin nella sola partecipazione industriale in EssilorLuxottica e valorizzare il portafoglio finanziario: «Questa estate eravamo molto vicini all’accordo. Ma alla fine è saltato tutto perché lo statuto di Delfin impone l’unanimità. La chiusura è solo una questione di tempo. C’è voglia di chiudere la successione e farlo nella migliore maniera possibile».
Foto copertina da: Dagospia
