Sega, lima, pinza, lenzuola e scope: l’evasione da film di Taulant Toma dal carcere di Opera

Taulant Toma, l’albanese di quarantuno anni esperto in evasioni estreme, domenica 7 dicembre all’alba è scappato dal carcere di Opera. L’evasione è frutto di un piano architettato da mesi. Con attrezzature e un regime dietetica. E di un buco di pochi centimetri creato segando le sbarre. Toma, un metro e 65 di altezza, è dimagrito per procurarsi la sua quarta latitanza. Il compagno di cella non ci è riuscito e ha rinunciato.
Taulant Toma alias Admir Dedinca
Oggi Toma, che usa anche l’alias Admir Dedinca, è ricercato. «Grandissima sorveglianza, pericolo evasione, vedi nota Dap», è annotato nella sua scheda descrittiva, nella quale si specifica il trasferimento da Sassari proprio per motivi di sicurezza. A Milano e in Lombardia ci sono posti di blocco. E si ha timore che riesca a fuggire all’estero vista la sua rete di contatti nella mafia albanese. Gli appoggi esterni li ha già avuti al momento dell’evasione. Le telecamere lo riprendono mentre si allontana a piedi, alle sei e mezza del mattino- Qualche ora dopo in una piazzola della tangenziale è stato trovato un furgone abbandonato. È possibile che in quel punto si sia incontrato con un complice.
Sega, lima, pinza, pezzi di metallo
Toma si è procurato nelle zone di lavoro dei detenuti sega, lima, pinza, pezzi di metallo e alcune chiavi inglesi. Si è creato un varco tra le grate. Poi ha accumulato lenzuola per calarsi dai 15 metri di altezza. Ha usato alcuni manici di scopa con nastro adesivo per scavalcare la cinta muraria di sei metri. L’allarme non avrebbe suonato e le ricerche sono scattate solo alle otto del mattino, quando gli agenti si sono accorti che la sua branda era vuota. Ha scelto la domenica perché sapeva che il personale era a ranghi ridotti. Allo stesso modo era scappato a febbraio 2013 dal carcere di Parma. In questo caso ha usato un filo diamantato per tagliare le sbarre.
Le altre evasioni
Nel 2009 era già fuggito dal carcere di Terni durante una partita di calcio. A dicembre 2013 per allontanarsi da Lantin, nei pressi di Liegi, ha usato una Opel grigia guidata da un complice e parcheggiata davanti all’ingresso dei fornitori. Quando un agente si è avvicinato per farla spostare tre uomini gli sono balzati addosso prendendolo in ostaggio. All’interno, nel cortile, alcuni detenuti hanno fatto esplodere un contenitore di vetro per creare l’effetto distrazione, altri hanno formato una piramide umana che ha permesso a Toma di arrampicarsi e scavalcare il muro con un balzo da acrobata. Toma ha 24 anni di carcere da scontare per l’accumulo di pene per rapine in villa, furti, detenzione di droga e armi. È la quarta volta che fugge dal carcere.
