La Scossa, Muccioli e la rivoluzione Eni: «La fusione a confinamento magnetico può giocare un ruolo fondamentale per la decarbonizzazione»

Sul nucleare c’è una nuova tecnologia, allo studio di Eni, che parla di fusione a confinamento magnetico. Lo spiega Annalisa Muccioli, Head of Research & Tecnological Innovation di Eni, a La Scossa, evento realizzato da Open. Nel panel “L’Eni, l’innovazione tecnologica e la sicurezza energetica” parla dell’approccio pragmatico per rendere industriale questa tecnologia. Un processo che richiedere «più di 100 milioni di gradi». «Ma l’energia che viene rilasciata è decisamente superiore», spiega Muccioli. «La fusione può giocare un ruolo per la decarbonizzazione», spiega Muccioli. Con progetti con partner italiani e stranieri. «L’impegno è ampio ma quello che ci caratterizza è il pragmatismo e portare una soluzione sul mercato». «La domanda di energia è in crescita, l’obiettivo sarà la neutralità tecnologica per lavorare su un mix energetico».
«Non tutto è elettrificabile. La novità dello stoccaggio di CO2 e l’importanza futura dello stoccaggio energetico e termico»
Muccioli cita anche esempi di produzione rinnovabile, come la cattura dello CO2, con stoccaggio. «Perché non tutto è elettrificabile», spiega. Ed Eni, che ha un background in giacimenti e conoscenze geologiche può permettere anche questa soluzione. E il futuro? «Sicuramente il gas sarà ancora predominante, ci saranno le rinnovabili ma si inizierà a vedere anche un mondo nucleare a supporto dell’elettrico. Con l’evoluzione del mix serve anche un investimento su stoccaggi energetici e termici», sottolinea. «Un tema che sarà importante da gestire».
