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La Scossa, il ritorno del nucleare in Italia, fra transizione verde e incognita referendum: «Solo così l’Italia raggiungerà la sovranità energetica»

10 Dicembre 2025 - 11:09 Bruno Gaetani
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Mottura (Edison), Mastrantonio (Nuclitalia) e l'avvocato Guzzetta danno il via a "La Scossa", l'evento di Open sull'energia

È dall’iter legislativo in corso per riportare l’energia nucleare in Italia che prende il via La Scossa, l’evento di Open sull’energia in corso oggi, 10 dicembre, all’Ara Pacis, a Roma. Sul palco del primo panel di giornata intervengono tre figure di primo piano del ritorno dell’energia atomica nel Belpaese: Lorenzo Mottura, Executive Vice President della Divisione Strategy, Corporate Development & Innovation Edison, Luca Mastrantonio, ceo Nuclitalia and Head of Nuclear Innovation di Enel, e Giovanni Guzzetta, il costituzionalista che ha contribuito in prima persona alla stesura del decreto del governo sul nucleare.

La nascita di Nuclitalia

«Le ragioni della nascita di Nuclitalia sono le stesse che hanno spinto il governo a riaprire il dossier nucleare», spiega il ceo della nuova società creata da Enel, Ansaldo e Leonardo e che si occuperà dello studio di tecnologie nucleari di nuova generazione. «Negli ultimi anni abbiamo aumentato la nostra dipendenza di energia dall’estero, anche da Paesi complessi, se non apertamente ostili. Nuclitalia supporta le istituzioni a fare un primo passo per reinserire il nucleare in modo programmatico e strutturato. Questo perché nucleare e rinnovabili — prosegue Mastrantonio — non sono fonti in competizione, ma complementari: le centrali nucleari garantiscono una produzione stabile e programmabile 24 ore su 24, indispensabile per sostenere la progressiva crescita delle rinnovabili e costruire un mix energetico sempre più equilibrato». A differenza di altre tecnologie, inoltre, l’energia atomica è in grado di generare ricadute positive su tutto il sistema Paese: «Per ogni euro speso in energia nucleare, ci sono 80 centesimi di ricadute positive nel paese che la sviluppa».

Guzzetta: «Nessun rischio incostituzionalità»

Affronta la questione da un punto di vista diverso l’avvocato Giovanni Guzzetta, ingaggiato negli ultimi anni dal ministero dell’Ambiente per «creare le condizioni per riaprire un dibattito sul nucleare in Italia». Ma i provvedimenti del governo, che spianano la strada al reinserimento dell’atomo nel mix energetico nazionale, rischiano di essere incostituzionali? «Non vedo alcun problema», assicura Guzzetta. E spiega: «Nei due referendum c’è stata una decisione politica in quel contesto specifico. La Corte Costituzionale ha reso chiaro che il referendum non rappresenta un vincolo indefinito di tornare su certe scelte. Quando il contesto cambia, non esiste nessun vincolo per il legislatore di riaprire un dossier così cruciale. Dal punto di vista politica e tecnologico, siamo in un’era geologica diversa rispetto agli anni del referendum».

L’impegno di Edison sullo sviluppo degli SMR

Sul palco di La Scossa, evento finanziato da Next Genertation EU, dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e da Unioncamere, realizzato con il sostegno di Edison e patrocinato dal comune di Roma, c’è anche Lorenzo Mottura, Executive Vice President della Divisione Strategy, Corporate Development & Innovation Edison, una delle aziende in prima fila nel settore dell’energia atomica: «Crediamo che il nuovo nucleare sia necessario per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo dati e per farlo in maniera sostenibile ossia salvaguardando la competitività del sistema industriale, valorizzando le filiere nucleari di cui l’Italia è ancora dotata e aumentando al contempo la sovranità energetica del Paese».

La tecnologia su cui punta Edison, in particolare, è quella degli Small modular reactors (SMR), i reattori modulari e di piccola taglia, aspetti questi che ne riducono i costi e tempi di costruzione. Secondo Mottura, «il nucleare potrà garantire una quota di energia elettrica programmabile a costi fissi e competitivi, complementare alle rinnovabili, concorrendo ad abbassare i costi complessivi e riducendo la volatilità dei prezzi. La disponibilità di energia stabile, economica e decarbonizzata è un fattore determinante per la capacità delle imprese di mantenere la propria competitività sui mercati domestici e internazionali».

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