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Licenziato per un battuta su Netanyahu, l’umorista Guillaume Meurice va in tribunale

10 Dicembre 2025 - 09:10 Alba Romano
umorista-francese-ricorso-licenziamento-radio-france-battuta-netanyahu
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Un anno fa Radio France lo aveva accusato di «colpa grave» per aver definito in due diverse circostanze il primo ministro israeliano come un «nazista senza prepuzio»

Dai microfoni della radio al tribunale del lavoro in appena un anno e mezzo. Mercoledì 10 dicembre, l’umorista francese Guillaume Meurice si presenterà davanti ai giudici del tribunale parigino per contestare il suo licenziamento da Radio France, avvenuto nel giugno 2024. L’azienda gli aveva imputato una «colpa grave» per aver definito in due occasioni il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu come un «nazista senza prepuzio». Una battuta che ha scatenato accuse di antisemitismo e un duro confronto sul ruolo dell’umorismo nello spazio pubblico.

Un licenziamento che scuote la radio pubblica in Francia

La decisione di Radio France aveva infattti provocato forti tensioni interne, dividendo redazione, sindacati e pubblico. Meurice, voce nota di France Inter e figura di spicco dell’emissione satirica Le Grand dimanche soir, aveva già ricevuto un avvertimento nel novembre 2023 dopo un primo sketch. L’Arcom, l’autorità francese di regolazione dei media, aveva allora richiamato Radio France e segnalato la delicatezza del contesto: la battuta era stata pronunciata poche settimane dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e l’inizio della guerra a Gaza. Da quell’episodio era scaturita persino un’indagine per «incitamento all’odio», successivamente archiviata per «assenza di infrazione», scrivono i media francesi. Tuttavia, Meurice aveva riproposto la battuta nell’aprile 2024, provocando una nuova ondata di polemiche e portando alla sua sospensione, prima, e al licenziamento, poi.

La posizione di Radio France: «Slealtà ripetuta»

La presidente di Radio France, Sibyle Veil, aveva giustificato il licenziamento con motivazioni aziendali: «Una decisione presa per slealtà ripetuta. Reiterando le sue parole in onda, Guillaume Meurice ha ignorato l’avvertimento ricevuto e la messa in guardia dell’Arcom». Una lettura contestata da una parte consistente della redazione di France Inter, che temeva l’instaurarsi di un «precedente pericoloso» per la libertà d’espressione degli umoristi. L’eco del caso era stata tale che diversi cronisti avevano lasciato France Inter in solidarietà con Meurice, poi approdato a Radio Nova, dove dal settembre 2024 conduce un nuovo programma domenicale.

Meurice: «Un processo che va oltre il mio caso personale»

L’umorista non ha voluto commentare nel dettaglio il procedimento in corso, ma ha parlato di un processo «decisivo» per la libertà d’espressione. In un’intervista a L’Humanité, ha sollevato la questione centrale: «È normale licenziare un umorista per una battuta che la stessa giustizia, nello stesso Stato di diritto, ha dichiarato valida?». Il suo avvocato, Hugues Dauchez, sostiene che non vi sia alcuna «colpa grave» e che il licenziamento rappresenti «una violazione evidente della libertà artistica e satirica». Oltre all’annullamento della sanzione, il legale chiede la riclassificazione del rapporto contrattuale: dal 2012 Meurice ha firmato circa 250 contratti a durata determinata d’uso (CDDU) con Radio France, una pratica diffusa ma che, secondo la difesa, «sembra contraria alla legge».

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