Stipendi, aumenti del contratto detassati anche per redditi più alti. Le soglie e l’aliquota al 10%: chi è coinvolto

Si allarga la platea dei lavoratori che potranno beneficiare della tassazione agevolata sugli aumenti contrattuali. Nel cantiere della legge di Bilancio in discussione al Senato spunta un sub-emendamento di Fratelli d’Italia che ridisegna i confini della misura. Il testo base prevedeva già un’imposta sostitutiva al 5% per i dipendenti privati con redditi fino a 28mila euro. Come ricorda il Messaggero, ora arriva una seconda soglia: tassazione al 10% per chi guadagna fino a 35mila euro. La proposta, riscritta più volte nelle scorse settimane, nella versione finale fa riferimento ai contratti sottoscritti entro il 2026, includendo quindi anche i rinnovi siglati quest’anno come quello dei metalmeccanici. La copertura richiesta resta invariata: 167,4 milioni per il 2026 e 26,9 milioni per il 2027.
Sindacati soddisfatti: risposta a quattro milioni di lavoratori
L’iniziativa piace alle organizzazioni sindacali, che avevano chiesto al governo uno sforzo maggiore per sostenere il potere d’acquisto. «Quest’anno dal governo c’è stata una disponibilità al confronto che ha permesso di portare a casa una proposta alla quale tenevamo molto: la detassazione degli aumenti contrattuali che dà risposta a quattro milioni di lavoratori e di lavoratrici», aveva detto Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil. La norma rappresenta uno dei temi centrali della manovra che doveva entrare nelle ore decisive con la seduta della commissione Bilancio, inizialmente convocata in serata per le votazioni. La seduta però sarà sconvocata per un rinvio probabilmente di 24 ore.
Verso l’aumento della Tobin tax
Per finanziare le modifiche alla manovra è stato necessario reperire circa un miliardo di coperture. La strada scelta porta verso un incremento della Tobin tax, la tassazione sulle transazioni finanziarie. La seduta della commissione Bilancio sarà preceduta da incontri bilaterali tra governo e gruppi parlamentari per definire quali emendamenti passeranno e quali novità entreranno nella versione finale, che dovrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale entro fine anno. All’appello mancano ancora alcune riformulazioni, tra cui la norma sull’oro della Banca d’Italia.
