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Le lezioni di Francesca Albanese «all’insaputa di genitori e preside». Scoppiano casi anche nelle scuole in Emilia: pronti gli ispettori di Valditara

15 Dicembre 2025 - 13:33 Giovanni Ruggiero
Francesca Albanese
Francesca Albanese
Dopo i due casi in Toscana, ne emergono altri in Emilia dove la relatrice speciale dell'Onu avrebbe parlato agli studenti di due scuole superiori. Della lezione però non ne sapevano niente né il preside, né i genitori degli studenti

Gli ispettori del ministero dell’Istruzione potrebbero andare anche in Emilia-Romagna, dopo gli ultimi interventi di Francesca Albanese in due scuole superiori. È lo stesso ministro Giuseppe Valditara a confermare l’intenzione di voler capire di più sui casi emersi all’Iis Mattei di San Lazzaro di Savena e al Cattaneo di Castelnuovo Monti, in provincia di Reggio Emilia.

Perché Valditara vuole mandare gli ispettori in Emilia

Dopo i casi nelle due scuole in Toscana, Valditara ha spiegato che nelle scuole emiliane «si vuole accertare se è vero, tra l’altro che il dirigente scolastico non era stato informato, che i genitori non erano stati in alcun modo coinvolti. Dato che i dirigenti scolastici hanno dichiarato ai giornali che è stato fatto tutto all’oscuro loro, vogliamo capire come si sono svolti i fatti».

La lezione a scuola all’insaputa di genitori e preside

All’istituto Mattei, scrive Il resto del Carlino, lo scorso mercoledì si è svolto un webinar con la relatrice speciale dell’Onu per la Palestina. Iniziativa che sarebbe partita dall’interessamento di una professoressa di italiano, ma all’insaputa dei genitori degli studenti. Non ne sapevano niente pare neanche il Consiglio di istituto e il preside Roberto Fiorini, che ha chiesto una «relazione didattica» dall’insegnante.

L’indagine avviata da Valditara punta non solo al metodo, ma anche al merito delle lezioni di Albanese con gli studenti. Il ministro vuole capire quanto ci sia di vero su quanto riportato dai media, secondo cui Albanese avrebbe attaccato il governo Meloni durante i suoi interventi: «Voglio anche sottolineare che la scuola democratica e costituzionale deve prevedere il pluralismo e non l’indottrinamento – ha chiarito Valditara – quindi anche qui bisognerà accertare il contenuto di questi corsi, bisognerà capire se queste lezioni hanno, come qualche giornale ha scritto, accusato il governo di essere fascista, complice di genocidio, se è vero o non è vero che sono stati invitati gli studenti a occupare le scuole».

Che cosa succede dopo le ispezioni

A scuola, dice Valditara, «si va per imparare, per crescere, acquisendo lo spirito critico, acquisendo la capacità di saper leggere i fatti senza condizionamenti, senza indottrinamento e senza propaganda». Le conseguenze delle ispezioni “le decideranno gli uffici scolastici regionali. Non sono di mia conseguenza. Ovviamente ci sono delle norme regionali molte chiare. Spetterà poi agli ispettori fare una relazione e agli uffici scolastici regionali – ha concluso il ministro- eventualmente avviare dei procedimenti».

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