John Elkann va a processo, il giudice ordina l’«imputazione coatta» per l’eredità Agnelli. Rinviata la decisione sulla «messa alla prova»

Il gip del tribunale di Torino ha ordinato alla procura di formulare la cosiddetta «imputazione coatta» per John Elkann per due capi d’accusa nel procedimento legato alla residenza in Italia della nonna, Marella Caracciolo. I pubblici ministeri, per questo risvolto della vicenda, avevano chiesto l’archiviazione, non accolta dal gip. L’imputazione coatta è stata ordinata anche per il commercialista Gian Luca Ferrero. Archiviate completamente le posizioni di Lapo e Ginevra Elkann così come del notaio svizzero Urs Robert von Gruenigen.
Il commento dei legali Elkann: «Decisione abnorme»
«Pur esprimendo la nostra soddisfazione per le archiviazioni disposte dal gip, la sua decisione di imporre al pm di formulare l’imputazione per John Elkann (e per il commercialista Gian Luca Ferrero, ndr) è difficile da comprendere, perché in contrasto con le richieste dei Pubblici Ministeri, che erano solide e ben argomentate per tutti i nostri assistiti». È quanto dichiarano gli avvocati di John Elkann, i quali annunciano che contro l’ordinanza del gip depositeranno «ricorso per Cassazione eccependone l’abnormità». I legali hanno poi ribadito «la nostra ferma convinzione che le accuse mosse a John Elkann siano prive di qualsiasi fondamento», a maggior ragione «dopo aver definito con l’Agenzia delle Entrate ogni possibile controversia attinente i tributi potenzialmente gravanti sui fratelli Elkann in qualità di eredi di Donna Marella Agnelli».
Rinviata la decisione sulla «messa alla prova»
È stata nel frattempo rinviata al prossimo 11 febbraio la decisione di un gup del tribunale di Torino sulla richiesta di messa alla prova da parte di John Elkann nell’ambito del procedimento penale legato alla residenza in Italia della nonna Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli morta nel 2019. Il giudice ha anche rinviato (la data è il 21 gennaio) l’udienza dedicata alla proposta di patteggiamento di una pena pecuniaria di circa 73mila euro presentata dal commercialista Gianluca Ferrero. I legali di Elkann, prima di lasciare il Palazzo di giustizia, hanno parlato di «aspetti tecnico giuridici che è necessario rivedere».
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