L’ombra dell’Isis dietro la strage di Hanukkah in Australia. I due killer padre e figlio: la bugia alla famiglia e i legami con il terrorismo islamico

Sajid e Naveed Akram, padre e figlio di origine pachistana, sono gli autori della sparatoria del 14 dicembre a Bondi Beach, Sydney, durante la festa ebraica dell’Hanukkah. I due avevano detto ai familiari di andare a pescare, ma invece hanno raggiunto un appartamento in affitto dove avevano portato il loro arsenale fatto di armi e ordigni rudimentali. Attorno alle 18.45 ora locale (8.45 in Italia) hanno raggiunto la celebre spiaggia australiana e hanno iniziato a sparare sulla folla riunita per “Chanukah by the Sea” ad Archer Park. Il bilancio provvisorio parla di 15 morti e 38 feriti. Sajid, 50 anni, entrato in Australia nel 1998 con visto turistico e poi titolare di un negozio di frutta e verdura, è morto nell’attacco. Il figlio Naveed, 24 anni, nato in Australia e operaio dopo studi religiosi, è ricoverato in ospedale.
Intelligence sapeva dei legami con l’Isis dal 2019
Secondo fonti dell’Australian Security Intelligence Organisation (Asio) citate da Abc News, i due avrebbero giurato sottomissione all’Isis nel 2019. Nell’auto degli attentatori sono state trovate anche due bandiere dello Stato Islamico. L’Asio si era interessata a Naveed sei anni fa dopo aver sventato piani per un attacco terroristico dell’Isis: il giovane era collegato a Isaak El Matari, attualmente in carcere per sette anni per aver pianificato un’insurrezione del gruppo terroristico in qualità di autoproclamato comandante australiano. Nonostante questi precedenti, Naveed aveva un regolare porto d’armi. Il primo ministro Anthony Albanese, citato da Abc, ha confermato che l’Asio aveva indagato Naveed nell’ottobre 2019 per sei mesi, ma era stato valutato come non pericoloso.
L’attacco dal ponte: mille persone nel mirino
La festa “Chanukah by the Sea” era iniziata alle 17 ora locale ad Archer Park, spianata erbosa a ridosso della spiaggia, con circa mille persone presenti. Dal ponte pedonale rialzato di Campbell Parade, punto di fuoco ideale sul prato, i due uomini in maglietta nera hanno iniziato a sparare con i loro fucili. Sajid possedeva licenze per sei armi da fuoco, lo stesso numero di quelle trovate sul luogo dell’attacco, come confermato dal capo della polizia Mal Lanyon. Uno dei due è sceso dal ponte continuando a sparare, ma un passante, Ahmed al Ahmed, 43 anni, è riuscito a disarmarlo strappandogli il fucile. Il complice ha ferito Ahmed al braccio mentre il primo terrorista tornava sul ponte.
Disarmati dal fruttivendolo eroe
Un video girato da un drone ha ripreso il criminale disarmato già a terra privo di sensi, mentre l’altro continuava a sparare da entrambi i lati del ponte, riparandosi dietro le spallette. Gli agenti che avanzavano tra le auto lo hanno accerchiato e colpito, facendolo cadere al suolo. I bagnini hanno aiutato a trasportare i feriti utilizzando le tavole da surf. L’episodio ha sollevato interrogativi sulla gestione dei porto d’armi e sulla valutazione delle minacce da parte dei servizi di intelligence, considerando che Naveed aveva mantenuto le licenze nonostante i legami accertati con l’Isis.
