Roma, occupato il liceo della «lista stupri» nei bagni: «La preside tace e strumentalizza il dissenso»

Il liceo Giulio Cesare di Roma, che di recente ha fatto parlare di sé per la «lista stupri» apparsa nei bagni, è stato occupato dagli studenti, a pochi giorni dalla chiusura natalizia. Gli studenti hanno rivendicato l’occupazione con un comunicato in cui denunciano «l’assenza di un confronto costruttivo e l’indifferenza della dirigenza» di fronte ai problemi emersi. Nel testo che hanno diramato accusano la presidenza di voler «tacere e strumentalizzare il dissenso come è accaduto per la lista stupri». Durante l’assemblea straordinaria organizzata dagli studenti proprio dopo il caso della lista «deplorevole» trovata nei bagni, a cui hanno partecipato anche alcuni docenti, era stata rivolta una precisa richiesta alla presidenza: «Agire in modo concreto tramite iniziative che possano portare momenti dedicati al confronto e alla formazione di menti pensanti ed educare al rispetto».
Le motivazioni degli studenti
Di fronte alle richieste degli studenti, la presidenza, scrivono gli studenti, «si è mostrata fin da subito disposta ad accoglierle, seppur non avendo ancora preso provvedimenti a riguardo, se non uno sportello psicologico dalla frequenza di due ore una volta ogni due settimane, per una scuola di oltre 1300 studenti». Una risposta dei tutto insufficiente, a loro avviso. Gli alunni criticano, inoltre, la gestione di progetti educativi e attività della scuola e ricordano «l’unico progetto» avviato, dal nome «Pari e dispari», avviato nel 2017 e aggiornato l’ultima volta quattro anni fa. «Ancora una volta la presidenza dimostra superficialità nel trattare determinate tematiche e soprattutto apparenza. Dopo aver tentato innumerevoli volte di proporre iniziative concrete e ottenere ascolto, ci troviamo costretti a un atto forte e di grande impatto, non per moda ma per esasperazione».
Il caso della «lista stupri» al Giulio Cesare

La protesta degli studenti del Giulio Cesare nasce dallo shock per la comparsa dell’elenco scritto a pennarello rosso sui muri dei bagni maschili della scuola, con i nomi di otto studentesse e di un ragazzo, sotto il titolo «Lista stupri». Il caso è stato segnalato lo scorso 27 novembre, pochi giorni prima della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e aveva provocato l’indignazione di tutta la comunità studentesca. Il caso è ora al centro di un’inchiesta coordinata dalla procura di Roma e dalla procura per i minorenni, che indagano per istigazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale. Secondo quanto ricostruito finora, l’elenco potrebbe essere stato redatto da un ragazzo di 14 anni, probabilmente influenzato da studenti più grandi, e rimosso subito dopo la scoperta.
