Ultime notizie Fabrizio CoronaJeffrey EpsteinLegge di bilancioUcraina
ATTUALITÀDisinformazioneGEDIInformazioneRussiaVladimir Putin

«Putiniani sfegatati»: la grande fuga da Limes. Caracciolo: «Non siamo filorussi»

17 Dicembre 2025 - 05:32 Alessandro D’Amato
limes caracciolo abbandoni filorussi putiniani
limes caracciolo abbandoni filorussi putiniani
Quattro componenti del comitato scientifico annunciano il loro addio e accusano il direttore

Quattro componenti del comitato scientifico della rivista Limes hanno chiesto (e ottenuto) di uscirne. Tra loro il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della Difesa. Che al Corriere della Sera dice: «Non potevo restare un minuto di più accanto a tutti quei filoputiniani sfegatati. Per questo l’altro giorno ho scritto al direttore Lucio Caracciolo. Lui è stato gentilissimo e l’ha tolto subito. E comunque in tutti questi anni non ci siamo mai riuniti!». Con Camporini in un mese hanno lasciato Federigo Argentieri, professore di Scienze politiche e direttore del Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University, l’analista geopolitico Franz Gustincich e l’economista Giorgio Arfaras.

Limes filorusso

Argentieri ha detto all’Adnkronos che la copertura mediatica sull’Ucraina ormai «è una nube tossica che avvelena il pubblico e finisce per influenzare la politica». E su Caracciolo: «Quando una fonte autorevole contribuisce alla disinformazione, il danno è più grave». Gli ultimi tre, fa sapere Caracciolo, hanno mandato un telegramma «tassativo, senza dirmi neanche buongiorno. Mi hanno chiesto di rimuovere i loro nomi dalla rivista entro il 2025 e io l’ho già fatto. Ma poi ho letto che Argentieri non condivide le mie posizioni sull’Ucraina dal 2004. Perché ha atteso tanto?». Poi ricorda: «È vero, mi danno sempre del filorusso, ma io ero pagato dall’Urss nel 1973, quando scrivevo per Nuova Generazione , il periodico della Fgci…».

Largamente sopravvalutata

In un colloquio con il Fatto Caracciolo definisce la notizia delle dimissioni di Argentieri, Gustincich e Arfaras dal comitato redazionale di Limes e dal suo Consiglio scientifico come «largamente sopravvalutata». Argentieri ha detto: «Siamo in una fase cruciale, probabilmente la più difficile per l’Ucraina dall’inizio della guerra. Questo è il momento in cui bisogna fare scelte chiare, senza ambiguità. In questo contesto ho ritenuto che non fosse più ammissibile che il mio nome comparisse nel tamburino di Limes». Che rimprovera a Limes anche la pubblicazione a puntate del romanzo di Antonio Pennacchi L’autobus di Stalin, «un’orrenda apologia cinica del dittatore, mascherata da allegoria grottesca».

Le mappe della Crimea

Argentieri dice anche che la rivista ha pubblicato «mappe con la Crimea colorata come la Russia». Mentre Caracciolo, alla vigilia dell’invasione russa, ha dichiarato in televisione che la Russia non avrebbe invaso l’Ucraina. «Una previsione clamorosamente sbagliata», dice Argentieri, che avrebbe dovuto indurre a delle dimissioni da parte del direttore, in nome della accountability. Caracciolo al Fatto spiega: «Noi siamo rivista di geopolitica. Occorre analizzare i conflitti e ascoltare tutte le voci, anche le più lontane. Non possiamo metterci da una parte contro l’altra ma essere aperti a punti di vista molto diversi. Abbiamo pubblicato dozzine di articoli ucraini o russi, ma questo non vuol dire che io condivida il punto di vista dell’uno o dell’altro».

La replica di Caracciolo

Sulle previsione sbagliate replica: «Avevo scritto un articolo sulla Stampa dicendo che se Putin avesse invaso avrebbe fatto una follia. È vero, pensavo che non l’avrebbe fatta, ho sbagliato, mi succede. Ma resto convinto che abbia fatto una follia, e non capisco perché a distanza di tempo questo debba provocare le dimissioni». Sulla cartina (uno dei fiori all’occhiello della rivista, realizzate da Laura Canali): «Chiunque sbarchi a Sebastopoli si accorge che si trova in Russia e non in Ucraina e per dichiarazione dello stesso Zelensky gli ucraini non sono in grado di recuperare quei territori». E il quotidiano spiega anche le liason politiche dietro le dimissioni: Arfaras è il marito della giornalista Anna Zafesova, Camporini è il responsabile Difesa di Azione.