Chiara Ferragni torna in tribunale, i suoi avvocati insistono: «Solo errori di comunicazione». La frase dell’influencer e le accuse sulla truffa aggravata

Chiara Ferragni si dice «tranquilla e fiduciosa» dopo aver ascoltato i suoi avvocati durante l’udienza per il processo sulla presunta truffa sui pandoro Balocco e le uova di Pasqua Dolci Preziosi. L’influencer ha parlato durante una pausa del processo che si sta svolgendo a porte chiuse a Milano davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini. «Ho ascoltato i miei difensori, sono tranquilla e fiduciosa», ha detto l’imprenditrice digitale, imputata insieme ad altre due persone per truffa aggravata. In aula hanno preso la parola i suoi legali Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, che hanno chiesto l’assoluzione della loro assistita. Oggi hanno parlato anche le difese dell’ex collaboratore di Ferragni, Fabio Damato, e del presidente di Cerealitalia, Francesco Cannillo. La sentenza del processo abbreviato è attesa per il 14 gennaio.
La linea difensiva dell’influencer: «Nessun dolo, solo errori di comunicazione»
«Sappiate che Chiara è innocente da qualunque punto di vista si guardi questa vicenda. Non c’è reato», hanno spiegato ai cronisti gli avvocati dopo le arringhe difensive. La strategia insiste sugli «errori di comunicazione», sfortunata formula già usata dalla stessa Ferragni durante l’ormai mitico video in cui si presentò in tuta grigia in lacrime per scusarsi dopo l’esplosione dello scandalo. Secondo Iannaccone, «non c’è stato alcun dolo, in questa vicenda non ci sono truffati. La truffa aggravata prevede artifici e raggiri e in questa vicenda non ce ne sono stati». Il legale ha citato le mail tra l’influencer e la Balocco a sostegno della sua tesi, sostenendo che al massimo si sarebbe trattato di pubblicità ingannevole, per cui Ferragni ha già risarcito nelle sedi competenti. Di conseguenza, sulla base del principio giuridico del “ne bis in idem”, non si può pagare due volte per la stessa condotta. La stessa Ferragni, nelle dichiarazioni spontanee del 25 novembre, aveva affermato: «Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato».
La richiesta della Procura e i 3,4 milioni già versati
L’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli hanno chiesto per l’influencer, che si è sempre detta innocente, una condanna a un anno e 8 mesi senza attenuanti. Secondo i pubblici ministeri, Ferragni insieme a Damato avrebbe avuto un «ruolo preminente» nelle campagne commerciali che avrebbero realizzato quella truffa con «grande diffusività», perché i suoi 30 milioni di follower si fidavano di lei e alle sue società spettava «l’ultima parola» negli accordi con Balocco e Cerealitalia. Ferragni ha però già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato risarcimenti e donazioni per 3,4 milioni di euro. Stando alle indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, tra il 2021 e il 2022 avrebbe ingannato follower e consumatori con presunti ingiusti profitti per circa 2,2 milioni, in relazione alle vendite dei due prodotti il cui prezzo non avrebbe compreso la beneficenza pubblicizzata.
Il nodo dell’aggravante e le attività benefiche
Tema centrale della difesa è l’aggravante della «minorata difesa» degli utenti online: se dovesse cadere, ci sarebbero proscioglimenti per mancanza di querele. L’avvocato dell’unica parte civile, la Casa del consumatore Aniello Chianese, ha affermato che i follower si fidano degli influencer e se questi dicono di comprare qualcosa, lo fanno. Per la Procura l’aggravante si reggerebbe anche sul fatto che gli acquisti venivano effettuati nella grande distribuzione, con il messaggio dell’influencer «fai non un buon Natale, ma un Natale buono» a convincere i consumatori. Ferragni davanti al giudice ha parlato delle numerose attività benefiche portate avanti negli anni, tra cui la raccolta fondi creata con l’allora marito Fedez per la terapia intensiva del San Raffaele in periodo Covid, e il suo costante impegno contro la violenza sulle donne.
