Ultime notizie Famiglia nel boscoJeffrey EpsteinUcrainaVladimir Putin
ECONOMIA & LAVOROAutoAuto elettricheEUtopiaGreen DealIntervisteLavoro e impresaUnione europea

Di Giuseppe (Volkswagen Italia): «Con i super incentivi sulle city car l’auto elettrica crescerà anche in Italia» – L’intervista

21 Dicembre 2025 - 06:33 Gianluca Brambilla
auto-elettrica-ue-volkswagen-intervista-di-giuseppe
auto-elettrica-ue-volkswagen-intervista-di-giuseppe
Il manager del gruppo a Open: «Finora l'offerta si è limitata ai veicoli più grandi. I concorrenti cinesi? Credibili ma noi ci difendiamo bene»

Per alcuni è una vera e propria retromarcia sul Green Deal, per altri niente più di un ritocco leggero, e piuttosto timido, delle regole esistenti. Fatto sta che è a partire dalla proposta della Commissione europea annunciata nei giorni scorsi che si riscriveranno le regole Ue sull’auto, compreso quel divieto di produzione di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035. Ma ci sono alcuni aspetti, a partire dai “super incentivi” per le piccole auto, che potrebbero accelerare la transizione verso l’elettrico in Italia. «Finora il passaggio alle auto elettriche è andato a favore dei mercati dove si vendono autoveicoli più grandi. Nei Paesi mediterranei, come l’Italia, le vetture più piccole hanno un potenziale più elevato», spiega in questa intervista a Open Fabio di Giuseppe, direttore del reparto Group Operations del Gruppo Volkswagen Italia.

Come giudicate la proposta della Commissione Ue per rivedere la transizione verso l’elettrico?

«È in linea con la posizione del nostro Gruppo. La soluzione elettrica è quella che dominerà sul lungo periodo, ma sono state introdotte delle flessibilità. Anche l’apertura sulle city car, fondamentali nel mercato italiano, è positiva. I segmenti A e B, quelli relativi alle vetture più piccole, rappresentano quasi il 60% delle vendite totali in Italia».

I nuovi target per il 2035 sono fattibili?

«Il mercato italiano presenta diverse peculiarità rispetto al mercato europeo. Ci sono tanti altri Paesi che sono più avanti del nostro sulla mobilità elettrica, ma da qui al 2035 manca ancora un decennio. Con prodotti nuovi, più piccoli e adatti al nostro mercato, le cose possono cambiare».

La Commissione Ue propone “super incentivi” per chi produce mini car elettriche. È una buona idea?

«Siamo il Paese in Europa dove si vendono più city car. Finora il ramp-up delle auto elettriche è andato a favore dei segmenti C e D, quelli degli autoveicoli più grandi, e questo ha finito per favorire altri mercati, dove questi segmenti la fanno da padrone. Nei Paesi mediterranei, invece, le vetture più piccole hanno un potenziale più elevato. Con questi nuovi “super incentivi” potremmo assistere a una stabilizzazione dell’elettrico in altri mercati e a una crescita in Italia».

Punterete anche voi su questi modelli più piccoli?

«Al momento offriamo sul mercato dell’elettrico principalmente vetture appartenenti ai segmenti medio/grandi. Ma nei prossimi mesi lanceremo modelli più accessibili dei brand Volkswagen, CUPRA e Škoda. Volkswagen ID. Polo, per esempio, avrà un prezzo sotto i 25mila euro. Certo, i prezzi del pre-covid sono ancora lontani. Se vogliamo che la mobilità elettrica diventi di massa serve  un  sistema  di  incentivazione  più  stabile,  non  “accendi  e  spegni”. È fondamentale avere incentivi continui nel tempo e non creare l’ansia tipica del click day».

di giuseppe volkswagen
Fabio di Giuseppe, direttore del reparto Group Operations del Gruppo Volkswagen Italia

Punterete anche sui biocarburanti?

«Per una certa clientela, mantenere la disponibilità di modelli a motore tradizionale è fondamentale. Per chi ha necessità di viaggiare quotidianamente per lavoro per molti chilometri un’auto elettrificata ma a carburante tradizionale può essere ancora una scelta vincente. Quindi sì, anche questa tecnologia farà parte della nostra offerta per il futuro».

Nel pacchetto automotive ci sono anche target vincolanti per le flotte aziendali. Cosa ne pensa?

«Quello delle auto aziendali è un segmento di particolare interesse per noi. Sommando le vendite delle marche di Volkswagen Group Italia raggiungiamo una quota di circa 25% in quel mercato. Le nuove regole sui fringe benefit hanno già spinto molte aziende a cambiare la propria car policy per i dipendenti. Se a ciò si aggiungessero anche target vincolanti sull’elettrico, questo senz’altro aiuterebbe».

Siete preoccupati per la concorrenza dei produttori cinesi in Europa?

«È vero, negli ultimi due anni sono arrivati nuovi competitor, quasi tutti cinesi, ma il mercato italiano è rimasto tutto sommato fermo sugli 1,5 milioni di autoveicoli nuovi venduti ogni anno e circa 3 milioni di usato. Le proiezioni dicono che questa dimensione non cambierà più di tanto. Quindi sì, i concorrenti cinesi stanno rosicchiando quote di mercato e hanno sicuramente un’offerta credibile. Detto questo, noi di Volkswagen Group Italia rimaniamo stabili intorno al 16% del mercato. Quindi direi che ci stiamo difendendo bene».

Foto copertina: EPA/Filip Singer

leggi anche