I bombardieri russi volano sul mar di Norvegia: «Scortati da jet di paesi stranieri»

I bombardieri strategici russi hanno effettuato un volo “pianificato” sui mari di Norvegia e di Barents nell’Artico. E sono stati «scortati» da «jet da combattimento di paesi stranieri». Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa russo. A volare sono stati i Tu-95, in grado di trasportare armi nucleari. I paesi hanno schierato le loro forze aeree per monitorarli. Il volo è durato più di 7 ore. Secondo la Russia i voli si verificano regolarmente in molte parti del mondo e sono condotti in conformità con il diritto internazionale.
I bombardieri russi e i jet Nato
«I bombardieri strategici Tu-95MS (…) delle Forze Aerospaziali Russe hanno effettuato un volo pianificato nello spazio aereo sopra le acque internazionali dei mari di Barents e di Norvegia», a nord della Scandinavia e della Russia nordoccidentale, ha affermato il ministero. «In alcuni punti, i bombardieri strategici sono stati scortati da jet da combattimento di paesi stranieri», ha aggiunto. A metà dicembre Corea del Sud e Giappone hanno criticato il sorvolo di aerei militari russi e cinesi nei pressi del loro territorio, spingendoli a far decollare i loro caccia. Secondo Tokyo, questi pattugliamenti hanno coinvolto due Tu-95. Che hanno sorvolato il Mar del Giappone per localizzare due bombardieri cinesi H-6 nel Mar Cinese Orientale, prima di sorvolare insieme il Giappone.
Putin e l’Ucraina
Nel frattempo sono emerse online trascrizioni di conversazioni tra Vladimir Putin e l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush dalle quali emergerebbe che già nel 2001 e nel 2008 il leader del Cremlino aveva chiaramente espresso la sua opposizione all’adesione dell’Ucraina alla Nato, oltre ad altre posizioni chiave, secondo il centro stampa del National Security Archive. La notizia è riportata da Rbc-Ukraine. Già nel 2001, Putin aveva detto a Bush che l’adesione dell’Ucraina alla Nato avrebbe creato un terreno di scontro tra Russia e Stati Uniti a lungo termine. Putin ha sostenuto allora che l’Ucraina era uno stato complesso, creato artificialmente, formato da territori di paesi confinanti. Ha affermato che i russi costituiscono circa un terzo della popolazione ucraina. E che una quota significativa dei suoi residenti percepisce la Nato come una struttura ostile.
L’adesione alla Nato e la divisione dell’Ucraina
Putin ha affermato che l’adesione avrebbe creato seri problemi alla Russia. E avrebbe rappresentato una minaccia attraverso il dispiegamento di basi militari e nuovi sistemi d’arma vicino ai suoi confini e avrebbe generato incertezza e pericolo. Ha aggiunto che Mosca avrebbe fatto affidamento sulle forze anti-Nato in Ucraina per impedire l’espansione dell’Alleanza e avrebbe continuato a creare ostacoli a tale espansione. Nel 2008, poi, Putin ha predetto un conflitto tra Stati Uniti e Russia. E una possibile “scissione” dello Stato ucraino. Aggiungendo che le divisioni interne all’Ucraina avrebbero potuto portare alla sua frammentazione. E ribadendo la sua narrazione dell’Ucraina come uno «stato creato artificialmente in epoca sovietica», ha espresso preoccupazione per l’avvicinamento dell’infrastruttura militare della Nato ai confini russi.
Il piano di pace
Putin disse a Bush di aver a lungo sostenuto che l’Ucraina fosse divisa tra forze filo-occidentali e filo-russe e che, una volta saliti al potere i leader filo-occidentali, si erano rapidamente divisi internamente. Mosca, ricorda la testata ucraina, non accetta l’attuale versione del piano di pace statunitense e uno dei punti su cui si rifiuta di accettare è la futura adesione dell’Ucraina alla Nato, secondo una fonte anonima vicina al Cremlino.
