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Il mistero della maschera ipossica che può aver provocato la morte di Silvert Bakken

27 Dicembre 2025 - 07:03 Alessandro D’Amato
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Serve per allenare la resistenza respiratoria simulando la mancanza di ossigeno. Ecco come funziona e perché è stata vietata

Sivert Guttorm Bakken è morto il 23 dicembre in un hotel a Passo di Lavazè: aveva 27 anni. Aveva indosso una maschera ipossica, nota anche come “Elevation Training Mask” o ETM. Si tratta di un dispositivo che simula condizioni di bassa ossigenazione tipiche dell’altura. E riduce il flusso d’aria. In Norvegia, paese d’origine di Bakken, è stata vietata tra il 2003 e il 2021. Il Consiglio dello Sport di Oslo, in linea con il codice antidoping Wada che non fa specifico riferimento alla pratica, ha poi revocato il divieto. Adesso l’Olympiatoppen ha cambiato di nuovo idea: «Ogni possibile utilizzo da parte dei suoi atleti deve cessare fino a nuovo avviso».

La maschera ipossica che ha ucciso Silvert Bakken

La maschera ipossica serve agli atleti di endurance per allenare la resistenza respiratoria. Come? Simulando l’ipossia. Ma secondo alcuni studiosi la sua efficacia nel riprodurre i benefici dell’allenamento in quota (come l’aumento dei globuli rossi) è discussa. Mentre i rischi sono tanti: l’aumento del battito cardiaco, lo stress sul sistema respiratorio e complicazioni per chi ha problemi cardiaci. Esattamente il caso di Bakken. Che nel 2023 si era dovuto fermare per una pericardite. Poi a due anni di distanza era riuscita a entrare nello squadrone norvegese in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina.

La maschera Emt (Elevation Training Mask) permette di ridurre fino a dieci volte l’aria respirata per simulare l’effetto ipossico dell’alta quota (fino a 7.500 metri «virtuali» sul livello del mare). La maschera si compra su Amazon: se ne trovano decine di modelli dai 15 a oltre 100 euro e funzionano con una valvola che regola il flusso d’aria.

L’avvocato

L’avvocato della famiglia di Bakken dice che «circolano numerose voci e resoconti non confermati sulla morte di Sivert. Ma solo dopo aver ricevuto un resoconto dettagliato delle autorità saremo in grado di commentare l’accaduto. Al momento non ci sono informazioni confermate sul possibile ruolo di questa maschera nella sua morte».

La tenda

Negli anni Novanta tra i ciclisti era invalso l’uso di acquistare tende che simulavano quote comprese tra i 2.000 e i 4.000 metri per ottenere benefici simili a quelli dell’Epo. Ovvero l’aumento dei globuli rossi. La tenda è vietata in Italia dalla legge penale. È consentita nello sport perché la metodologia non è considerata doping dalla Wada.