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Bruno Petrone accoltellato a Napoli, parla il 15enne reo confesso: «Avevamo litigato una settimana fa». Poi aveva comprato un coltello

28 Dicembre 2025 - 17:02 Cecilia Dardana
bruno petrone
bruno petrone
A far scattare la violenza sarebbe stato un incrocio di sguardi tra i due gruppi di ragazzi. Dopo l'aggressione sono stati fermati quattro minorenni, mentre un quinto è stato denunciato a piede libero

Non sarebbe stato un agguato organizzato, ma un’esplosione improvvisa di violenza maturata nel tempo. È questa la linea che emerge dalle indagini sull’accoltellamento di Bruno Petrone, calciatore diciottenne ferito nella notte tra il 26 e il 27 dicembre nel quartiere Chiaia, pieno centro della movida napoletana. A colpirlo è stato un ragazzo di 15 anni, che davanti agli investigatori ha ammesso le proprie responsabilità. «Ci eravamo già scontrati una settimana prima, sempre nella zona dei locali. Poi ci siamo incontrati di nuovo per caso», avrebbe raccontato. Un incontro casuale che, secondo gli inquirenti, ha riacceso un conflitto mai davvero risolto.

L’acquisto del coltello

Dopo la lite dei giorni precedenti, il minorenne avrebbe acquistato un coltello, portandolo con sé fino alla notte dell’aggressione. Nessun piano dettagliato, ma un’arma pronta all’uso. A far scattare la violenza sarebbe stato un incrocio di sguardi tra i due gruppi di ragazzi: pochi secondi, poi il colpo che ha ferito gravemente il giovane calciatore. Dopo l’aggressione sono stati fermati quattro minorenni, mentre un quinto è stato denunciato a piede libero. Tutti si sono presentati spontaneamente venerdì alla caserma Pastrengo dei carabinieri. I provvedimenti sono stati eseguiti dal Nucleo operativo Napoli Centro su disposizione della Procura per i minorenni, che ora sta ricostruendo con precisione la dinamica e il ruolo di ciascun ragazzo coinvolto.

Il rafforzamento dei controlli

Annunciato un rafforzamento dei controlli nelle zone della movida, con più pattuglie, presidi fissi e attività preventive nelle ore notturne. Ma l’attenzione, ha sottolineato il prefetto, non può fermarsi alla sola sicurezza: la vicenda riapre il tema del disagio giovanile e della violenza che nasce da motivi apparentemente futili, in contesti frequentati da ragazzi sempre più giovani. Un messaggio di solidarietà è arrivato anche dal mondo del calcio. «Forza Bruno Petrone! Siamo tutti con te», ha scritto la SSC Napoli sui social, esprimendo vicinanza al giovane atleta.

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