I runner del Papa: nasce Athletica Vaticana, affiliata al Coni

di OPEN

La Santa Sede ha la sua prima società sportiva. I membri hanno tra i 20 e i 60, tra loro anche suore e monsignori: in teoria, come espressione di uno stato sovrano, potrebbero chiedere di partecipare alle Olimpiadi

«Buona frazione per Suor Marie Theo che si sta difendendo molto bene e stacca dalle americane. Ecco il sorpasso, Città del Vaticano va a vincere! Splendida gara, prestazione eccezionale…». Marie Theo esiste, è una corritrice e questo è uno degli scenari che potrebbe verificarsi con la nascita di Athletica Vaticana, la prima società Sportiva della Santa Sede, la cui condizione di espressione di uno stato sovrano potrebbe un domani aprirgli la porta alle Olimpiadi.


«Nello sport non si sa mai chi potrà vincere, dunque noi forniamo ad Athletica Vaticana tutto il supporto possibile perché prenda avvio ma gli chiediamo di non gareggiare contro di noi», ha così commentato il presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha poi scherzato sulla possibilità di «una squadra del Vaticano che vada alle Olimpiadi e vinca portando via delle medaglie all’Italia, come già accaduto in passato da piccoli paesi piccolissimi e sconosciuti».


Guardie svizzere, sacerdoti e monsignori della Curia; dipendenti dei musei vaticani, de L’Osservatore Romano e delle fattorie pontificie di Castel Gandolfo. Artigiani, vigili del fuoco, una farmacista, una suora e due migranti “membri onorari”. Sono una sessantina e hanno tra i 20 e i 60 anni: sono i «runner del Papa», così li hanno soprannominati. Nella giornata di oggi, 10 gennaio, è stata presentata la formazione ufficiale e la sua affiliazione alla Federazione Italiana di Atletica Leggera (Fidal), cosa mai successa prima per una squadra straniera. Dal 1 gennaio 2019 Athletica Vaticana può quindi partecipare ufficialmente a tutte le manifestazioni di atletica leggera che si svolgono in Italia, e intanto ha avviato l’iter per affiliarsi anche all’Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera (Iaaf) per poter competere anche nel resto del mondo.

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