Orban dice sì all’asse Roma-Varsavia e lancia l’Opa sovranista del Ppe

Il primo ministro dell’Ungheria ha accolto con favore l’incontro tra il vicepremier italiano e Jaroslaw Kaczynski, leader della destra sovranista polacca

Il premier ungherese Viktor Orban ha commentato l’incontro tra Matteo Salvini e Jaroslaw Kaczynski. Il vicepremier italiano e il leader di Diritto e Giustizia, gruppo sovranista alla guida della Polonia, si sono incontrati a Varsavia il 9 gennaio in vista delle prossime elezioni europee, per discutere di una possibile alleanza politica. «L’asse Varsavia-Roma è un grande sviluppo», ha dichiarato il primo ministro dell’Ungheria durante una conferenza stampa a Budapest secondo quanto scrive su Twitter il suo portavoce, Zoltan Kovacs. «Vorrei che in Europa ci fosse una forza politica che stesse alla destra del PPE, un asse Roma-Varsavia, capace di governare, capace di assumersi la responsabilità e di opporsi all’immigrazione», ha aggiunto Orban. Il leader ungherese è alla guida di un gruppo di stati dell’Est Europa conosciuto come il gruppo Visegrad, di cui fanno parte, oltre all’Ungheria, anche Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia. I membri sono schierati su posizioni politiche euroscettiche e conservatrici.


Durante la conferenza stampa del 10 gennaio Orban ha risposto anche in merito all’alleanza tra Matteo Salvini e Marine Le Pen: «Fideszè un membro del Ppe e fino a quando saremo membri del Ppe resteremo sempre fedeli alla nostra famiglia di partito». Una dichiarazione che potrebbe contraddire le intenzioni del leader ungherese, che ha quindi affermato di non voler uscire dal partito dei popolari europei per unirsi al fronte Le Pen-Salvini. Ma il piano di Orban sembra chiaro: compattare il fronte a destra del Ppe e rafforzare un’Unione Europea guidata dal centrodestra. Il premier ha infatti chiarito: «Il nostro obiettivo è che dopo le elezioni europee in maggio le forze politiche anti-immigrazione siano la maggioranza in tutte le istituzioni europee, cioè la Commissione e il Parlamento».


Orban non nasconde di nutrire grandi aspettative in una cooperazione con l’Italia e la Polonia, perché rifiutano come l’Ungheria l’immigrazione e Matteo Salvini, secondo quanto emerso dalla conferenza stampa, rimane “il suo eroe”. Orban non ha risparmiato parole molte dure sull’immigrazione, fino a tirare in ballo lo “scontro di civiltà”: «Quelli che appoggiano l’immigrazione di massa mettono in pericolo la sovranità di chi vi si oppone – ha continuato il premier -secondo il quale l’Europa rischia di spaccarsi in due civiltà, una basata sulla coesistenza di cristiani e musulmani, e un’altra, quella centro-europea che vuole un futuro solamente cristiano per sé».