Il comunicato del Comitato Informazione Pubblica sulle assunzioni in Rai

Roma, 14 gennaio: «L’azienda rispetti la legge facendo scorrere la graduatoria della selezione 2015 senza alcun privilegio e riserva ai giornalisti formati presso la scuola di Perugia»

«Abbiamo inviato oggi una seconda diffida alla Rai perché siamo stati informati che la tv di Stato si accinge a firmare accordi per assumere nuovi giornalisti, così ignorando le norme che la obbligano a fare scorrere la graduatoria 2015». Lo dichiara il Comitato per l’Informazione Pubblica, fondato da oltre 100 giornalisti risultati idonei alla selezione pubblica Rai del 2015 e assistito dall’avvocato Vincenzo Iacovino.


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«Da più di tre anni stiamo portando avanti la nostra battaglia per il merito e la trasparenza – prosegue la nota del Comitato –. La Rai si è contraddetta più volte in modo palese, l’ultima in ordine di tempo è stata lo scorso 3 gennaio, quando ha finalmente firmato un accordo per esaurire la graduatoria 2013 così come stabilito dalla legge di Bilancio 2018. Tuttavia, l’azienda, nella risposta alla nostra prima diffida datata 26 novembre, ha affermato che è passato troppo tempo dalla composizione della nostra graduatoria, successiva di due anni a quella 2013, per cui nel nostro caso la legge di Bilancio 2018 non si applicherebbe. Una linea palesemente discriminatoria tra le due graduatorie e incoerente rispetto alla necessità di rispettare nella sua interezza le disposizioni della legge di Bilancio 2018.

Ricordiamo che la manovra 2018 stabilisce che la Rai non è soggetta alle norme sulla spending review valide per la Pubblica Amministrazione e le società partecipate e pertanto deve "avviare, in un’ottica virtuosa di risparmio a medio-lungo termine, immissioni in organico di figure al livello retributivo più basso, attingendo in primis al personale idoneo inserito nelle graduatorie 2013 e 2015".

Con la diffida odierna ricordiamo all’azienda i suoi obblighi di legge e avvertiamo che chiederemo conto ai responsabili in sede non solo civile ma anche penale e contabile, visto che inopinatamente e inutilmente si stanno spendendo soldi pubblici».

Conclude il Comitato per l’Informazione Pubblica: «Proprio oggi nove scuole di giornalismo (su 12 esistenti in Italia) hanno scritto al presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna una lettera con cui chiedono più trasparenza per l’accesso in Rai. Le scuole in particolare sottolineano che “non si può mettere sullo stesso piano la selezione di accesso a una scuola di giornalismo e una procedura pubblica, con relative graduatorie di vincitori e idonei soggette a scorrimento, come la selezione svolta dalla Rai nel 2015. Ogni assunzione in Rai deve avvenire nel rispetto dei principi di trasparenza come sancito dalla legge 133/2008 e pertanto con evidenza pubblica, cioè procedura concorsuale e valutazione oggettiva in virtù di criteri predeterminati, aperta dunque ai diplomati di tutte le scuole di giornalismo d’Italia regolarmente costituite e autorizzate, considerando che la giurisprudenza dominante e la Corte costituzionale vietano i concorsi riservati”».