Dalle giovanili della Juventus alla trap: intervista a Chadia Rodriguez

Il suo singolo di debutto è uscito ad aprile 2018, in pochi mesi ha conquistato milioni di visualizzazioni ed è arrivata in cima alle tendenze di YouTube. La sua storia inizia a Torino, con una palla e un campo da calcio

Vent’anni. Quando di solito le scuole superiori sono finite, l’università o il mondo del lavoro appena iniziato. Un passaggio normale per tante ragazze, ma non per Chadia Rodriguez. Classe 1998, origini spagnole e marocchine, dopo una serie di singoli su YouTube ha lanciato il suo primo Ep: Avere 20 anni, appunto. Il genere è la trap, quella variante del rap nata nei sobborghi di Atlanta e arrivata nelle classifiche italiane con nomi come Sfera Ebbasta e Dark Polo Gang. Chadia però è la prima ragazza a farsi notare davvero. Certo, non è la sola voce femminile nell’ambiente, ma è l’unica che è riuscita a superare un gigante come Fedez nelle tendenze su YouTube.


L’inizio, Torino e il calcio

Chadia ha vissuto tutta la sua infanzia a Torino. Qui, a 7 anni, ha iniziato a giocare a calcio, fino ad arrivare ad essere chiamata dalle femminili della Juventus. Poi arriva un infortunio, interrompe la sua carriera sportiva e ne inizia un’altra. Il primo passo è trasferirsi a Milano: «Un giorno mi sono svegliata e ho detto basta, non voglio più vivere a Torino. Voglio fare qualcosa di diverso, Milano mi sembrava la città delle occasioni, infatti lo è stata». I primi tempi lavora come fotomodella, vende scatti senza veli su internet. Poi un messaggio vocale porta la sua musica alle orecchie di Jake La Furia, uno dei tre membri dei Club Dogo. Chadia piace subito. Insieme a Big Fish parte un progetto per farla crescere e soprattutto farla scoprire al pubblico. Il primo singolo è Dale, aprile 2018. Seguono Fumo Bianco e Bitch 2.0.


Sister, ragazzi e psicofarmaci

«Pastiglie per viaggiare, pastiglie per dormire. Pastiglie per mangiare, pastiglie per sognare», è il ritornello di Pastiglie, una delle canzoni più note del punk italiano. Nel 1996 i Prozac + uscivano con questa canzone in Testa Plastica, il loro album di esordio. Chadia ha deciso di riprenderla nella sua Sister, pubblicata a ottobre 2018. Una sorta di cover, una scelta precisa: «Vedo tante ragazzine che prendono pastiglie per qualsiasi cosa, ma non c’è bisogno di prendere qualcosa per mangiare, per dormire, o per sentirsi belle».

L’ep Avere 20 anni, come cambia la vita di un’artista

La prima cosa che fa Chadia quando si sveglia la mattina è chiamare il suo manager per sapere l’agenda della giornata. Concerti nelle discoteche, sessioni di registrazione in studio, interviste e appuntamenti. E poi la presenza costante sui social network, soprattutto Instagram, è la vita privata. Difficile tenere insieme tutto, soprattutto per una ragazza che solo dieci mesi fa era ancora lontana dall’industria musicale: «Mia mamma mi ha chiamato Chadia perché era il nome di una cantante egiziana bravissima. Ho deciso di tenere il mio nome perché tra me e quello che sono pubblicamente non c’è differenza. Per fortuna quando ho bisogno di uno spazio privato i miei fan mi capiscono e me lo lasciano». Come sta prendendo tutti questi cambiamenti?«Sono molto felice».

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