Brexit, la Commissione europea stila un piano d’emergenza per l’Erasmus

Per garantire la permanenza nel Regno Unito degli studenti erasmus, l’Ue ha attivato delle tutele che copriranno i due mesi precedenti alla formalizzazione del divorzio con la Gran Bretagna

A pochi giorni dalla separazione ufficiale tra Londra e l’Unione europea, prevista per il 29 marzo 2019 e seguita alla vittoria del leave al referendum del 23 giugno 2016, gli studenti erasmuserano ancora nel limbo. Per scongiurare il rischio di un rimpatrio improvviso di gran parte di loro,la Commissione europea ha redatto un regolamento d’emergenza per Erasmus+ (l’attuale versione del classico Erasmus, che prevede un aumento dei Paesi coinvolti), discussa il 4 febbraio dalla commissione Cultura e Istruzione dell’Europarlamento, e al via ufficialmente oggi 5 febbraio.


La misura d’emergenza, l’ennesima di questasituazione di estrema difficoltà geopolitica e diplomatica, prevede la tutela ufficiale degli studenti Erasmus+ in Gran Bretagna almeno fino al 30 marzo 2019. «Le persone all’estero con un’attività finanziata da Erasmus+ – dichiara la Commissione – non vedranno la propria attività interrotta il giorno in cui il Regno Unito abbandoneràl’Unione europea». Il provvedimento èbilaterale: vale tanto per gli studenti europei in Erasmusnel Regno Unito, quanto per quelli del Regno Unitonei Paesi dell’Ue. Trattandosi di «una soluzione immediata, al problema più immediato», il regolamento non riguarda gli erasmusche cominceranno dopo il ritiro del Regno Unito dalla Ue.


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Le dichiarazioni del Regno Unito all’interno delle proposte per il deal con l’Ue, avevano anticipato la volontà del Paese di rimanere nei programmi Erasmus+ e European solidarity corps(iniziativa europea per la promozione di attività di volontariato)almeno fino al 2020, senza mai spiegare come. L’unica nota tecnica aggiunta dal Governo ingleseassicura il pagamento di tutti i finanziamenti approvati dalla Commissione anche in caso di mancato accordo. Ma lo spettro del no-deal, e quindi della mancata formalizzazione degli accordi rinegoziati tra Gran Bretagna e Europa prevista per il 14 febbraio, potrebbe condizionare la carriera di gran parte degli studenti europei, nonché le loro scelte di mobilità.