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Arriva il responso di Rousseau: «No all’autorizzazione a procedere». Via all’assemblea dei parlamentari

18 Febbraio 2019 - 19:10 Francesca Martelli
Hanno votato 52.417 iscritti. Il 59,05% dei votanti sulla piattaforma ha stabilito che deve essere negata l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini

Passa il “no” all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Diciotti: questo l’esito della votazione sulla piattaforma Rousseau dove hanno votato 52417 iscritti. La decisione presa dal ministro dell’Interno è «avvenuta per la tutela di un interesse dello Stato» per il 59,05% dei votanti. Questo è stato comunicato da Luigi Di Maio ai parlamentari M5S durante la riunione più dura dall’inizio del governo.

Arriva il responso di Rousseau: «No all'autorizzazione a procedere». Via all'assemblea dei parlamentari foto 1

«Sono orgoglioso di fare parte dell’unica forza politica che interpella i propri iscritti chiamandoli a esprimersi» ha detto il vicepremier. Ma il Movimento 5 Stelle esce spaccato da questa votazione: il 40,95% ha votato no, a favore dell’autorizzazione a procedere.

«Il voto online sarà vincolante»aveva detto entrando il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Sull’assemblea di questa sera, rinviata dopo l’esito del voto in Abruzzo, irrompe la notizia dei domiciliari ai genitori di Matteo Renzi. «Non c’è da festeggiare» dicono alcuni parlamentari M5S, ricalcando le dichiarazioni sul tema di Matteo Salvini.

Il capogruppo M5S nella giunta delle Immunità Mario Michele Giarrusso ha ribadito che spetterà al capo politico del Movimento gestire eventuali voti contrari al Senato rispetto alle indicazioni di questa sera, non escludendo “possibili espulsioni”.

Finora il Movimento 5 Stelle non aveva mai negato l’autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare, ma«questa volta è diverso» hanno ripetuto numerosi esponenti M5S.

Pur rivendicando tutti la«collegialità della decisione»prima del voto della giunta per le autorizzazioni e le immunità del Senato previsto per il 19 febbraio alcuni esponenti 5 Stelle di peso (oltre a quelli considerati dissidenti) hanno espresso una posizione «più fedele» alle origini.

Alessandro Di Battista e Roberto Fico hanno detto che al posto di Salvini, si sarebbero fatti processare. Poi cinque giorni fa il capogruppo M5S in Giunta Mario Michele Giarrusso ha assicurato che«gli attivisti avrebbero capito» qualsiasi decisione, quindi anche un no al processo per Matteo Salvini.

«Da capo politico sosterrò il risultato della consultazione online -ha detto Luigi Di Maio aggiungendo poi – ognuno si assume le proprie responsabilità». Lo scenario evocato è quello della crisi di governo.

A questo proposito il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Salvini, ha sintetizzato la situazione così: «Il governo andrà avanti. Sono convinto che dalla votazione online uscirà il no. In caso contrario vorrebbe dire che gli stessi iscritti al Movimento 5 Stelle sfiduciano anche l’operato del loro governo e quindi non ci credono più».

Ma il cambio di rotta sull’autorizzazione a procedere non è l’unico cambiamento ipotizzato all’interno del Movimento 5 Stelle. Dopo il risultato del voto in Abruzzo, con il M5S che ha perso due terzi dei voti rispetto alle elezioni politiche 2018, il primo cambiamento interno al Movimento 5 Stelle (annunciato con un post sul Blog delle Stelle) sarà la scelta di nominare referenti locali come confermato oggi a Pomigliano D’Arco da Luigi Di Maio.

«Il M5s si deve dare un’organizzazione a livello territoriale e nazionale. È una cosa che ho rimandato per troppo tempo, anche se per le elezioni Politiche avevo creato un’organizzazione, che però si è dissolta dopo la campagna elettorale. Adesso – ha concluso – occorre un’organizzazione permanente, possiamo farcela».

Tra pochi giorni ci sarà il voto in Sardegna, dove alle Politiche i 5 Stelle avevano superato il 40% dei consensi e dove per una settimana si è trasferito il vicepremier Salvini, per fare campagna elettorale.

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