«Radio sovranista? Perché no, tanto i politici cantano solo italiano» – Il video

«Perché no. Anzi, già mettiamo molta musica italiana indipendente». Abbiamo chiesto all’inviato di Radio Rock che fa cantare i politici al karaoke, Dejan Cetnikovic, cosa pensa della proposta leghista di dedicare obbligatoriamente un terzo della programmazione radiofonica alla produzione made in Italy

Lo fanno già i francesi, ora la proposta arriva in Italia: le radio nazionali, anche private, potrebbero dover riservare un terzo della programmazione alla musica italiana. È l’iniziativa del leghista Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera e già direttore di Radio Padania, insieme ad altri otto colleghi parlamentari. L’idea è quella di far riservare a tutte le emittenti radiofoniche di portata nazionale, anche private, un terzo della programmazione alla «produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione». Il 10% di questa quota poi dovrà essere dedicato ad artisti emergenti.


«Veramente la proposta arriva in ritardo, è quello che tante radio fanno già», dice Dejan Cetnikovic, reporter karaoke di Radio Rock – come evidente dal nome, emittente dedicata a una programmazione principalmente di musica rock. È lui che fa cantare i politici più o meno famosi dell’arco parlamentare e ministeriale. «Ce l’ho, la canzone per Alessandro Morelli: Italiano di Toto Cutugno», ride. La proposta, dice il reporter, non è male. «Siamo spesso schiacciati dalla musica anglosassone. Forse ve lo appoggio, questo sovranismo nella musica. Anche perché tutti i politici italiani cantano solo in italiano». Per un’emittente che fa rock come la sua, spiega, non cambierebbe molto: «Già mettiamo molta musica italiana indipendente. C’è molto rock italiano nel sottobosco: nè noi né le altre radio entrerebbero in crisi».