I servizi segreti: «Rischio aumento dei casi di razzismo in vista delle Europee»

Il Dis – Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che coordina i servizi segreti interni ed esterni – ha pubblicato la sua relazione annuale al Parlamento. «La narrazione – si legge – potrebbe aver concorso a ispirare taluni episodi di stampo squadrista»

C’è il rischio concreto che in vista delle elezioni europee in programma a maggio possano aumentare gli episodi di intolleranza nei confronti degli stranieri. Lo scrive il Dis – il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che coordina i servizi segreti interni ed esterni – nel suo rapporto annuale al Parlamento, sottolineando che nel 2018 si sono registrati diversi casi di comportamenti «marcatamente razzisti e xenofobi» da parte di formazioni di estrema destra ed «episodi di stampo squadrista».


«Tale attivismo di impronta marcatamente razzista e xenofoba – si legge nel rapporto – è accompagnato da una narrazione dagli accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri che […] potrebbe aver concorso a ispirare taluni episodi di stampo squadrista, oltre che gesti di natura emulativa, e potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale europeo».


L’hate speech contro i migranti aumenta sebbene gli sbarchi siano diminuiti dell’80% nel 2018. Un crollo dovuto alla «rafforzata capacità della Guardia Costiera» libica e alla «drastica riduzione delle navi Ong» che, secondo i servizi segreti, ha privato i trafficanti della possibilità di sfruttare le attività umanitarie ricorrendo a barconi e gommoni fatiscenti e a basso costo.

In questo passaggio, la relazione del Dis sembra suggerire un collegamento fra le attività delle ong e le traversate dei migranti. Un tema su cui sono state aperte diverse inchieste che finora non hanno mai portato a nulla.

È accertato, invece, che alcuni estremisti abbiano sfruttato i canali dell’immigrazione clandestina per raggiungere l’Europa, seppur «in modo sporadico e non strutturale». I servizi segreti ricordano gli arresti di due immigrati gambiani, ritenuti affiliati all’Isis, avvenuti a Napoli ad aprile e a giugno.

Entrambi erano arrivati via mare dalla Libia dopo un periodo di addestramento in un campo gestito dallo Stato islamico nel deserto libico. Secondo i servizi, il fenomeno riguarda in primo luogo la Tunisia, la Libia e la rotta che dall’Algeria porta alla Sardegna.

In Tunisia – scrivono – è operativa «una ramificata rete criminale […] con basi e referenti in territorio nazionale» mentre per quanto riguarda la Libia le attività d’intelligence hanno accertato che per le partenze vengono usate delle navi madre, che trainano altri barconi carichi di migranti. Gli sbarchi occulti si sono verificati anche «lungo la rotta balcanica terrestre» dove sono presenti «snodi logistici» usati anche dalle reti di supporto ai militanti jihadisti.