Ponte Genova, ecco come sarà il nuovo viadotto sul Polcevera

Schede, disegni, relazioni architettoniche e ingegneristiche. Tutti i dettagli del progetto che sta per partire sono pubblici. Intanto, si stima che saranno circa 120mila le tonnellate di macerie con amianto da smaltire dopo la demolizione

Anche se si è ancora nel pieno della fase di demolizione del ponte Morandi, comincia a prendere corpo anche la fase di ricostruzione di quello che sarà il nuovo viadotto sul Polcevera. L’auspicio del sindaco-commissario Marco Bucci è, da sempre, quello di far partire i nuovi lavori insieme alla demolizione dei monconi rimasti in piedi. Il tempo incalza e il nuovo ponte – stando alle promesse delle autorità locali e del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli – dovrà essere pronto entro la fine dell’anno, per poi essere inaugurato all’inizio del 2020.


Il rendering del progetto


Anche se per ora è tutto in bit e pixel, il progetto di ricostruzione definitivo, che prende le mosse dai disegni dell’archistar genovese Renzo Piano, è stato pubblicato sul sito della struttura commissariale, disponibile per la consultazione nella sezione Ambiente e salute. Ventuno capitoli ricchi di schede e immagini che illustrano nel dettaglio come sarà la nuova struttura, per la cui ricostruzione è stata ingaggiata la cordata Salini-Impregilo, Fincantieri e ItalFerr.

Insieme ai disegni tecnici e alle relazioni architettoniche e ingegneristiche, c’è poi un decreto del commissario straordinario per la ricostruzione, Marco Bucci, secondo il quale, chiunque può inoltrare osservazioni o commentientro 30 giorni dalla pubblicazione del progetto di ricostruzione.Tanto che la struttura commissariale mette a disposizione anche una mail per raccogliere eventuali pareri: commissario.ricostruzione.genova@postecert.it.

Intanto, proseguono a ritmi serrati i lavori di demolizione sul moncone ovest. E molto presto – il 9 marzo – partiranno anche quelli relativi al moncone est che insiste sopra le case degli sfollati. Per queste operazioni sono appena state rese note le dinamiche con cui verrà fatta implodere la pila 8 del vecchio ponte Morandi. Tre squilli di sirena, due corti e uno lungo, e un’esplosione di 45 secondi, con 18 detonatori che attiveranno le microcariche su tre diverse parti nelle otto colonne e che scatteranno con un ritardo di 25 millisecondi l’uno dall’altro, dal basso verso l’alto.

Lunedì 4 marzoin Prefettura a Genova è previsto l’ultimo incontro della commissione tecnica esplosivi che dovrebbe dare il nulla osta all’operazione. Una sorta di prova generale di quanto avverrà poi anche per le pile 10 e 11, adiacentialle case sfollate di via Porro e via Fillak. Secondo una stima, saranno circa 120 mila le tonnellate di macerie e rifiuti da smaltire dopo la demolizione. Tra questi, anche 100 metri cubi di amianto.

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