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Google usa l’intelligenza artificiale per combattere la cecità da diabete

12 Marzo 2019 - 06:14 Redazione
Per il momento l'intelligenza artificiale del colosso americano è stata sperimentata soltanto all’Aravand Eye Hospital di Madurai, in India, ma presto potrebbe anche arrivare in Europa

Nella maggior parte delle cliniche del mondo, la diagnosi di retinopatia diabetica – una complicazione del diabete che può portare alla cecità – è compito di medici umani. All’Aravand Eye Hospital di Madurai, in India, 2 mila persone al giorno vengono visitate da un’intelligenza artificiale.

La tecnologia è figlia di uno sforzo congiunto tra l’ospedale indiano, Google e Verily. Verily, nata come Google Life Sciences, sviluppa appunto tecnologie legate alla salute e alla quotidianità: nel corso degli anni ha sviluppato un cucchiaio per persone con tremori, una piattaforma di nanoparticelle rilevatrici di malattie, un polsino per il tracciamento di parametri salutari e altre forme di applicazioni biomediche.

India: undici oculisti per ogni milione di abitanti

Google ha scelto di occuparsi di retinopatia diabetica perché è particolarmente diffusa e più semplice da individuare in anticipo tramite intelligenza artificiale. In India 70 milioni di persone sono diabetiche e a rischio cecità, ma nel Paese ci sono pochi medici specializzati: solo 11 oculisti ogni milione di abitanti. Per ora il colosso americano sta collaborando gratuitamente con l’Aravand Eye Hospital.

Vantaggi e limiti dell’intelligenza artificiale

Il funzionamento dell’intelligenza artificiale dipende dalla sua rete neurale. Analizzando grandi quantità di dati, nello specifico milioni di scansioni della retina, la rete impara a riconoscere la retinopatia in maniera autonoma. Il piano a lungo termine dell’ospedale è portare la tecnologia Google ai villaggi vicini, in modo da colmare l’assenza di professionisti medici in carne ed ossa.

Le limitazioni più evidenti di AI sono la sua scarsa capacità di lavorare con immagini retinali sfocate o con presenza di cataratte, oltre alle problematiche più ampie legate alle rete neurale. Il rischio nell’applicare il sistema su numeri così grandi è che formuli diagnosi su pattern coerenti ma irreplicabili, creando errori invisibili per anni.

Per implementare il sistema – per quanto ancora in via sperimentale – in India Google e Verily hanno dovuto scavalcare ostacoli burocratici non indifferenti. L’intelligenza artificiale “oculista” è invece pronta ad essere utilizzata in Europa, ma deve ancora essere approvata negli Stati Uniti.

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