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La «Via della Seta» fa litigare il governo: M5S favorevole, la Lega contraria

Il prossimo 22 marzo il governo italiano dovrebbe firmare un'intesa sulla «Via della Seta» con il presidente cinese Xi Jinping. Quest'accordo piace moltissimo al Movimento 5 Stelle, ma la Lega sembra essere nettamente contraria

Non c’è pace per il governo Conte. Dopo la crisi sulla Tav, non ancora del tutto rientrata, un’altra spaccatura rischia di far deflagrare lo scontro tra le due principali forze di maggioranza. Il prossimo 22 marzo, il governo italiano dovrebbe firmare un’intesa sulla cosiddetta «Via della Seta» con il presidente cinese Xi Jinping. Quest’accordo, a quanto sembra, piace moltissimo al Movimento 5 Stelle, tanto che il vicepremier Luigi Di Maio nei mesi scorsi si è speso molto per portare a compimento l’intesa, ma viene visto come fumo negli occhi dall’alleato Lega.

Il M5S spinge per l’intesa, Salvini e Giorgetti frenano

Il Movimento 5 Stelle sostiene che l’intesa porterebbe lo sviluppo di nuovi traffici commerciali con la Cina, ma il Carroccio non è dello stesso avviso. Il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato: «Se il memorandum per l’accordo italo-cinese sulla Belt & Road Initiative può aiutare le imprese italiane a investire all’estero siamo disponibili a ragionare con tutti, ma se si tratta di colonizzare l’Italia e le sue imprese da parte di potenze straniere, no». Una dichiarazione forte, che ha immediatamente generato un dibattito tra le forze di maggioranza e un botta e risposta tra alleati. Dello stesso avviso di Salvini è anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che ha spiegato: «L’accordo italo-cinese potrà contenere nobili intenti per migliorare relazioni economiche e commerciali ma non impegni che possano creare interferenze di ordine strategico per il consolidato posizionamento del Paese. Una normativa, la golden share, che potrà anche essere migliorata, per tutelare gli interessi strategici del Paese che vengono prima di tutti gli altri».

Il M5S: «La Lega è divisa»

Immediata la reazione del Movimento 5 Stelle: «Sorprende la spaccatura della Lega sulla Via della Seta. Leggiamo Salvini che parla di colonizzazione, ed evidentemente non conosce o non ha letto il Memorandum of Understanding, mentre il sottosegretario Geraci sostiene fortemente l’intesa. Dispiace dunque di questa frattura interna, perché fa male alle nostre imprese e al Made in Italy. Stiamo lavorando perché le imprese e le associazioni di rappresentanza ci chiedono uno sforzo per portare l’Italia nel mercato cinese e non subirlo», hanno spiegato fonti M5S all’Ansa.

La posizione di Palazzo Chigi

Sulla polemica tra Lega e M5S è intervenuto anche Palazzo Chigi: «L’iniziativa italiana sul Memorandum sulla Belt and Road (Bri) va declinata su un piano economico-commerciale, non vale a ridisegnare il quadro dei rapporti politici e la collocazione euro atlantica del nostro Paese», hanno affermato fonti interne alle agenzie di stampa. «Nella collaborazione con la Cina, come con ogni altro Paese, poniamo massima attenzione alla difesa dei nostri interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, incluse quelle delle telecomunicazioni, e quindi alla sicurezza cibernetica. Il testo, su richiesta italiana, imposta con grande chiarezza tale possibile collaborazione sui principi, cari a tutta l’Ue, di trasparenza, sostenibilità finanziaria ed ambientale».

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