Giocano tutti per Salvini?

Se si fosse chiesto a un consigliere di Matteo Salvini di indicare il modo migliore per rimpinguare ulteriormente il suo bottino elettorale (ormai potenzialmente al 34%), avrebbe sicuramente risposto: un nuovo caso Diciotti , magari propiziato dagli avversari politici più distanti, assertori dei porti aperti sempre e comunque, e del soccorso in mare come forma di lotta contro la linea della fermezza del governo. Ma quell’ipotetico consigliere avrebbe aggiunto: non posso sperare in così tanta fortuna.


Invece è proprio quel che è successo, a due mesi dalle elezioni europee. La missione di soccorso cara ai parlamentari di Sinistra Italiana, e per di più guidata dall’uomo che ha l’identikit ideale per essere preso a bersaglio dal ministro dell’interno, l’ex no global Luca Casarini, è manna dal cielo per il leader leghista. Ma il fatto è che, in un gioco di specchi, anche per gli anti-Salvini della missione Mediterranea, e per il gruppo politico guidato da Nicola Fratoianni, è l’occasione per affermare una linea forte e netta, sempre con l’occhio alle Europee.


E così il Salvini che dice: «Nessun pericolo di affondamento né rischio di vita per le persone a bordo (come documentato da foto), nessun mare in tempesta. Ignorate le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza (per ben due volte) alla richiesta di non entrare nelle acque italiane della Guardia di Finanza. Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada», provoca il giubilo della sua curva, ma anche di quella avversaria.

Andando fino alle estreme conseguenze, in campo restano solo Salvini e gli irriducibili di sinistra, con M5s, Pd e tutti gli altri impotenti spettatori. E i migranti? Da qualche parte finiranno, come quelli della Diciotti, o della Sea Watch. Loro sono solo pedine, nel gioco politico.

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