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Arresto De Vito, Pizzarotti ai Cinque Stelle: «Stavate già gongolando per Zingaretti». E Renzi: «Siamo garantisti»

20 Marzo 2019 - 13:15 Redazione
Le reazioni all'arresto del presidente del consiglio comunale di Roma arrivano da tutte le forze politiche. Dalle condanne nette dei Cinque Stelle al garantismo di Matteo Renzi e Giorgia Meloni

Non è una gran mattinata per il Movimento 5 Stelle. All’alba è stato arrestato Marcello Di Vito, presidente del consiglio comunale di Roma, l’uomo che ha raccolto più preferenze nelle capitale alle elezioni comunali del 2016. Il portavoce dei Cinque Stelle è accusato di aver ricevuto tangenti dall’imprenditore Luca Parnasi promettendo in cambio un aiuto per la costruzione del nuovo stadio della Roma. Luigi Di Maio non ha esitato un attimo. Poche ore dopo l’arrivo della notizia ha comunicato che De Vito è stato espulso dal Movimento 5 Stelle. Un giudizio in linea con quello della sindaca di Roma Virginia Raggi che ha preso le distanze da De Vito:«Nessuno sconto. A Roma non c’è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione». La notizia dell’arresto arriva pochi giorni dopo i risultati negativi dei sondaggi, che vedono le intenzioni di voto per il Movimento 5 Stelle scese al 21%, la stessa quota del Pd.

Il sindaco di Parma: «Non è da escludere un passo indietro»

Tutta la vicenda è stata commentata da Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma che nell’ottobre 2016 ha scelto di lasciare il Movimento dopo le minacce di espulsione. Su Facebook prima chiede alla giunta guidata da Virginia Raggi una «riflessione sul proprio futuro» e poi critica i Cinque Stelle per aver «gongolato» dopo le rivelazioni de L’Espresso su Nicola Zingaretti, sotto indagine per finanziamento illecito.

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Matteo Renzi: «Le persone serie sono garantiste»

Reduce dalle vicende che hanno coinvolto la sua famiglia, Matteo Renzi ribadisce che prima di un giudizio bisogna aspettare il percorso della magistratura. «Le persone serie sono garantiste, sempre. Non diventano giustizialiste con gli avversari, non regalano immunità agli alleati, non scoprono il garantismo solo per gli amici». Nel suo commento, pubblicato su Facebook, non risparmia un attacco al Movimento 5 Stelle: «Le persone serie scelgono in libertà senza nascondersi dietro al sacro blog o alla piattaforma. Le persone serie sanno che la giustizia è una cosa seria. Questo è lo stile delle persone serie. Gli altri invece hanno un altro nome: si chiamano ipocriti».

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Giorgia Meloni: «Molto presto per un giudizio»

Garantista anchela leader di Fratelli d’Italia. Intervistata a Non stop newssuRtl: «Ci hanno sempre detto che con loro non bisogna prendersela perché sono onesti, anche se spesso non sono capaci, non studiano, non sanno di cosa parlano e non sono competenti». L’affondo continua ancora e batte sempre sul tema della trasparenza: «Se anche l’onestà dovesse venire meno rimarrebbero veramente solo gli spettacoli di Beppe Grillo». E poi sul caso De Vito: «È molto presto per dare un giudizio perché su queste cose deve lavorare la magistratura». La consigliera comunale di Roma Lavinia Mennuni, in quota Fratelli d’Italia, è meno netta: «Io sono garantista per cui la magistratura dovrà svolgere le proprie indagini ma certo non è buon momento per la città».

Davide Galantino: «Ho la nausea per l’accanimento di certi soggetti»

Il deputato grillino Davide Galantino, intervistato daAdnkronos, ha preso le difese di De Vito: «Ho la nausea per l’accanimento di certi soggetti», ha detto riferendosi alle parole del leader del Movimento Luigi Di Maio.«Ho la nausea non certo per l’arresto di Marcello De Vito, chi lo conosce tra noi lo descrive come un incorruttibile». «De Vito è già fuori dal M5S, senza che si sia nemmeno difeso – ha continuato il deputato pugliese -senza che il collegio dei probiviri si sia pronunciato. Magari è in carcere per errore ma è già stato messo alla gogna, come Zingaretti». Galantinosi esprime anche in difesa del nuovo segretario del Partito Democratico, messo sotto i riflettori da un’inchiesta portata avanti dal giornalista de L’Espresso Emiliano Fittipaldi, su dei presuntifinanziamenti illeciti: «Bisognava aspettare prima di parlare. Alla fine si tratta, per il momento, di voci di corridoio».

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