Stati Uniti: medici ridotti al silenzio dai cyber-bulli No Vax

Ecco cosa succede negli Stati Uniti ad alcuni medici e divulgatori che cercano di fare corretta informazione sui vaccini sui social media: insultati, minacciati e «schedati», molti spesso cedono non riuscendo a reggere lo stress, altri invece tengono duro e insegnano ai colleghi come difendersi

La dottoressa Dana Corriel cominciò a subire le prime intimidazioni su Facebook, quando nel settembre scorso un suo post in favore del vaccino contro l’influenza venne preso di mira dagli haters No Vax. O forse dovremmo definirli «cyber bulli», come li chiama lei stessa, ringraziando i giornalisti del Los Angeles Times per aver raccontato la sua storia, assieme a quella dei colleghi Chad Hermann e Todd Wolynn, anch’essi «rei» di fare divulgazione in favore dei vaccini, incoraggiando anche gli altri medici a non lasciarsi intimidire. La solidarietà da parte di altri medici in prima linea nella difesa della corretta informazione non è mancata.


https://twitter.com/statuses/1107932103038111744


Non si tratta solo delle migliaia di commenti che inondarono di insulti e minacce Dana:a un certo punto i cyber bulli hanno cominciato a darle della «puttana da vaccino» o addirittura «assassina di bambini». C’è anche chi riuscendo a trovare il suo indirizzo le ha spedito un libro contro i vaccini, comunicandole – velatamente – di essere stata «schedata», pratica che purtroppo abbiamo visto recentementeanche in Italia.

Stati Uniti: medici ridotti al silenzio dai cyber-bulli No Vax foto 1

I ringraziamenti di Dana ai giornalisti del Los Angeles Times. Un aiuto importante per non lasciarsi intimidire dai cyber bulli No Vax

Chad Hermann e Todd Wolynn hanno invece la «colpa» di aver organizzato video e conferenze in favore del vaccino contro il papilloma virus (Hpv), che rappresenta anche un fattore di rischio tumorale. Anche in questo caso in una prima fase i No Vax intervengono in massa con insulti, segnalazioni e minacce. Chad e Todd non si arrendono e decidono di insegnare anche ai colleghi come difendersi suisocial, dove tutt’oggi è in atto una guerra per riuscire ad arginare la propaganda virale dei No Vax. Sono molti infatti i medici e divulgatori che alla fine preferiscono il silenzio, piuttosto che venire sottoposti allo stress quotidiano degli insulti e delle minacce, da parte di persone che spesso non si rendono identificabili, mentre chi fa divulgazione è più vulnerabile e facilmente rintracciabile, fino a sentirsi minacciati anche nella sfera privata.

AttualmenteChad e Todd lavorano proprio aun progetto volto a suggerire ai colleghi come gestire gli utenti molesti e «chiamare i rinforzi», non per alimentare una rissa, bensì allo scopo di pubblicare informazioni corrette a beneficio della «maggioranza silenziosa», ovvero quegli utenti che pur «silenziati» dal caos generato dai cyber bulli, potranno comunque usufruire di informazioni attendibili. Come un tempo gli squadristi che destabilizzavano le piazze, i bulli della rete sembrano tanti, ma in realtà fannosolo rumore.

Leggi anche: