Tav, Toninelli supera le mozioni di sfiducia tra cori, accuse di bunga bunga e gesto delle manette

Presenti numerosi ministri e sottosegretari M5S, mentre gli esponenti leghisti tra i banchi del governo erano pochissimi

Clima da stadio nell'aula di Palazzo Madama dove si sono discusse le mozioni di sfiducia contro Danilo Toninelli. Al fianco del ministro delle Infrastrutture c'era il presidente del Consiglio Conte, ieri presente a sostegno del vicepremier Salvini e oggi dell'esponente 5 Stelle.


Cori, selfie, proteste e perfino il segno delle manette: a farlo è il senatore Francesco Giro (FI). Nessuna sorpresa al momento del voto: la richiesta di dimissioni fatta da Pd e Forza Italia viene respinta: la prima con 159 voti, la seconda con 157. Anche il ministro Toninelli ha votato «no» alla mozione di sfiducia nei sui confronti.


Presenti numerosi ministri e sottosegretari M5S, mentre gli esponenti leghisti tra i banchi del governo erano pochissimi. «La ridiscussione della Tav è un dovere assunto dal governo in Parlamento fin dalla sua nascita e ribadito testualmente attraverso due distinte mozioni» ha detto Toninelli citando quelle presentate dalla maggioranza nelle scorse settimane, prima che la decisione definitiva sulla Torino-Lione fosse rinviata di almeno sei mesi.

Oggi, i più scatenati in aula sono stati proprio i senatori del partito fondato da Silvio Berlusconi che, dall'inizio della legislatura, punta proprio sulle grandi opere per provare a incrinare il rapporto tra gli alleati di governo. In aula sono arrivati con i cartelli: «Toninelli lo facciamo per te».

Il senatore Sandro Mauro Biasotti ha usato l'ironia citando l'intervista del ministro al Tg2 Motori e aggiungendo: «Cercate su Google Toninelli e vedete cosa esce fuori. La risposta è gaffe, quindi per favore si dimetta». Dai banchi del Movimento 5 Stelle il senatore Airola gli ha urlato: «Cercate ""Bunga bunga!"».

Entrambi i comportamenti vengono censurati dal presidente del Senato Casellati. Il senatore M5S Patuanelli è poi intervenuto in sua difesa: «Bunga bunga sono due parole del dizionario italiano». E al ministro delle Infrastrutture ha detto: «Essere Toninelli oggi significa avere la schiena dritta»