Respinta dalla Camera, «accolta da Macron»: la proposta sul revenge porn di Boldrini verso il G7

La giornalista e scrittrice italiana di origine palestinese  Rula Jebreal, consigliere del presidente francese, svela su Twitter di aver presentato la proposta sul revenge porn all’assemblea, che è stata adottata all’unanimità  

Il 28 marzo l’Aula della Camera ha bocciato, a scrutinio segreto, gli emendamenti, di cui uno a prima firma Laura Boldrini, che miravano ad inserire nel ddl Codice rosso anche il reato di revenge porn, ovvero la diffusione di materiale intimo senza consenso.L’emendamento, promosso da Liberi e Uguali e Forza Italia, è stato bocciato in massa dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, che oggi hanno però dichiarato un cambiamentodi direzione a favore dell’emendamento.


Per «rassicurare Laura», la scrittice e giornalista RulaJebreal ha deciso di rivelare su Twitter che il 20 marzo scorso aveva portato la proposta della Boldrini ai consiglieri del G7 :«L’abbiamo adottata all’unanimità e presentata al Presidente Emmanuel Macron, che l’ha accolta con entusiasmo».


Jebrealracconta a Open cheil presidente francese Emmanuel Macron l’hainvitata a far parte di un consiglio consultivo per l’uguaglianza tra uomo e donna, di cui fanno parte membri di ogni paese del G7, tra cui Nadia Murad, premio Nobel per la Pace. Il 20 gennaio, dopo «una lunga chiaccheratacon Laura Boldrini», la scrittrice ha presentato all’assemblea la proposta sul revenge porn, che è stata adottata all’unanimità. Secondo quanto racconta Jebreal, il presidente francese presenterà l’iniziativa al G7 di Biarriz.

«Il revenge pornè uno stupro in rete che ha avuto ripercussioni di una violenza estrema e dev’essere considerato un crimine», dice a Open Jebreal. «Prima che del contenuto intimo venga pubblicato su Twitter, dev’essere chiesto il consenso alle donne e – nel caso di mancato consenso – la sanzione deve essere equivalente a quella per il reato di pedofilia». E conclude con una stoccata al vice-premier Matteo Salvini: «Abbiamo bisogno di meno fucili e più leggi a protezione delle donne, per noi è una questione di vita o di morte, per loro è una questione di propaganda politica».

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