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L’educazione sessuale nelle scuole ci renderà tutti omosessuali? La bufala che arriva dalla Russia

03 Aprile 2019 - 15:08 Juanne Pili
A volte ritornano, con qualche variante, ma la sostanza non cambia: parliamo dei tweet e dei post in cui si annunciano piani volti a rendere omosessuali i nostri figli, attraverso l'educazione sessuale, spesso con riferimenti a una non meglio identificata «teoria gender»

L’educazione sessuale nelle scuole sarà usata come cavallo di Troia per inculcare la teoria gender nei bambini delle primarie? Una petizione, che ha superato le 100 mila firme, denuncerebbe questo «pericolo», che rifletterebbe un oscuro piano di una presunta lobby per inculcare la «teoria gender» ai bambini. Le cose però stanno in maniera decisamente diversa.

Tutto parte dalla Gran Bretagna e dal Children and Social Work Act del 2017, dove si riconosceva l’importanza di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole. Nel luglio 2018 il Ministero dell’istruzione britannico raccolse anche delle proposte su come regolamentare, sulla base di prove, una corretta educazione sessuale che comportasse autentici benefici dal punto di vista della salute fisica e mentale, ricevendo oltre 11 mila risposte online e varie petizioni.

Entro il settembre 2020 l’educazione sessuale dovrà quindi essere obbligatoria nelle scuole statali britanniche, mentre si incoraggiano gli istituti ad adoperarsi fin dal settembre 2019. Questo prevede una certa flessibilità degli istituti nel decidere l’età in cui introdurre l’insegnamento – che nelle primarie è solo raccomandato – non escludendo, come vedremo, la facoltà dei genitori di astenere i figli da queste lezioni.

Oggi «educazione sessuale» significa anche includere le cosiddette «minoranze sessuali», generalmente tutti gli individui appartenenti alla comunità Lgbt, come omosessuali e transessuali, visto anche il problema del bullismo a cui queste persone sono soggette, fin dal periodo scolastico, con conseguenti problemi sociali e psicologici che emergeranno nello sviluppo.

Il tutto però viene distorto facendo passare il messaggio in base al quale ai bambini verrebbe “insegnata”una non meglio precisata «teoria gender», col pericolo del tutto infondato di inculcare l’omosessualità nei bambini.

L'educazione sessuale nelle scuole ci renderà tutti omosessuali? La bufala che arriva dalla Russia foto 2

NextQuotidiano|Volantino sui “corsi gender” nelle scuole voluti dall’Oms

In passato abbiamo già letto allarmi simili, anche in Italia. Questo perché già da diversi annil’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) raccomanda l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole, fornendo le linee guida per impostarle nella maniera più corretta.Tutto questo è stato invece deformato, tanto che si è cominciato a parlare addirittura di «corsi di masturbazione» raccomandati dall’Oms.In realtà si tratta «solo» di prevenire il bullismoe i danni psicologici derivati durante lo sviluppo, come sintomi depressivi.

Ecco come si presenta solitamente questo genere di «notizia», che continua a riproporsi con poche varianti:

Il governo conservatore britannico annuncerà piani per l’introduzione di lezioni sull’omosessualità e sul transgenderismo per gli studenti delle scuole primarie, nonostante una petizione ufficiale contro il movimento, firmata da oltre 100.000 persone. Il Sunday Times riporta che il nuovo curriculum è stato finalizzato dopo una consultazione di sei mesi con il Dipartimento dell’Istruzione e sarà implementato in tutte le scuole del Regno Unito a partire dall’anno scolastico 2020-21. Sarà insegnato agli alunni dall’età di cinque anni, e sarà illegale per i genitori non far partecipare i figli alle lezioni nella scuola secondaria, il che significa che almeno un semestre di educazione sessuale – ma probabilmente di più – sarà frequentato da ogni studente. Una petizione popolare al Parlamento che chiede di poter dare la possibilità ai genitori di far saltare la lezione ai propri figli sarà discussa lunedì alla Camera dei Comuni, anche se non è previsto che ciò influisca sul programma di attuazione della legislazione.

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Twitter|La bufala: «Lezioni gender ai bambini obbligatorie nelle scuole scuole britanniche»

Il senso di Russia Today per le fake news

La fonte è Russia Today (Rt). Il sito fa parte infatti di un network di media governativi edè particolarmente attivoanche nella diffusione di varie tesi di complotto, probabilmente allo scopo di radicalizzare il dibattito politico nei paesi occidentali, come quelle sulle scie chimiche o sull’11 settembre, dando spesso un potente megafono ad autori di fake news, tra cui spicca senz’altro Alex Jones.

Rt riporta comunque una nota che chi fa girare questa notizia scorda di menzionare, dove si specifica che spetterà alle scuole decidere a quale età impartire questi insegnamenti, col diritto dei genitori di esentare i bimbi dalle lezioni di educazione sessualenelle scuole primarie.

Il piano per la riforma, lanciato lunedì dopo la pubblicazione dell’articolo, dice che spetta alle scuole decidere a quale età insegnare sulle questioni LGBT e chiarire che i genitori hanno il diritto di ritirare i bambini dalle lezioni di educazione sessuale nelle scuole primarie notando che le bozze precedenti erano “poco chiare” sull’argomento.

La fonte russa a sua volta si rifà ad un articolo pubblicato sul The Times. Il titolo è piuttosto forte: «Gay and trans lessons for primary schools». Ma già dall’introduzione si comprende che trattandosi di educazione sessuale, far capire ai bambini che omosessuali e transessuali non sono persone di seconda categoria dovrebbe essere parte del programma, cosa che non c’entra neanche lontanamente con un piano volto a inculcare l’omosessualità nei bambini, pregiudizio su cui si fa leva per distorcere questo tipo di informazioni, come era successo anche in Italia.

Il Governo britannico chiarisce in un documento la vera natura dei corsi di educazione sessuale, la cui finalità è prima di tutto quella di prevenire malattie sessualmente trasmissibili e promuovere il rispetto di tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale.

La petizione contro le «lobby del gender»

La petizione cui si fa riferimento ha superato effettivamente le 100 mila firme. Riguarda appunto la Rse (reletionship and sex education) e le preoccupazioni riguardo a come verrebbe insegnata nelle scuole britanniche a partire dal 2020.

Abbiamo serie preoccupazioni riguardo alle implicazioni fisiche, psicologiche e spirituali dell’insegnamento ai bambini di certi concetti sessuali e relazionali proposti nella RSE e crediamo che non abbiano posto all’interno di un programma scolastico obbligatorio, ma riteniamo che i fattori di cui sopra non siano stati sufficientemente presi in considerazione e che molte delle risorse RSE prodotte da gruppi di lobby e organizzazioni esterne causeranno effettivamente più danni che benefici, in particolare quando si considerano lo sviluppo infantile e fattori psicologici.

Non è ben chiaro quali sarebbero le lobby interessate a far impartire ai bambini lezioni che potrebbero causare loro danni nello sviluppo, esponendoli a pericolosi fattori psicologici. Possiamo ipotizzare che ci siano allusioni all’esistenza di una «lobby gay» promotrice di una «teoria gender», falso mito che effettivamente sta avendo un certo successoin rete e nel dibattito politico.

Le ragioni culturali e sanitarie dell’educazione sessuale nelle scuole

L’educazione sessuale ben lungi dall’essere il demoniaco strumento di oscure lobby interessate a rendere omosessuali i nostri figli, si è rivelata importante proprio per prevenire danni psicologici e nello sviluppo, regione per cui è importante insegnarla anche ai bambini. L’argomento in base al quale non sarebbero pronti è lo stesso che viene speso dai creazionisti riguardo alle lezioni sull’evoluzione, sempre nella convinzione che ci sia un complotto in atto per imporre quella che sarebbe «solo una teoria».

Gli studi prodotti sugli effetti dell’educazione sessuale nelle scuole mostrano certamente effetti sulla salute mentale:positivi.Si tratta di prevenire sintomi depressivi e intenti suicidari negli individui omosessuali, transessuali o che mostrano disforia di genere. Queste sono le ragioni per cui si è rivelato fondamentale introdurre dei corsi nelle scuole, oltre ad altre ragioni sanitarie legate alla prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, come l’Aids.

Studi scientifici sull’educazione sessuale

  • Omofobia, bullismo, depressione e suicidi. In uno studio pubblicato il 26 gennaio 2019 sul Journal of Adolescent Health, è stato preso in considerazione il collegamento tra climi omofobi nelle scuole americane e aumento di problemi mentali negli individui Lgbt, derivati dalla «vittimizzazione» durante il periodo scolastico. I ricercatori hanno potuto rilevare che l’insegnamento dell’educazione sessuale contribuiva sostanzialmente nel ridurre i casi di suicidio e di riportare sintomi depressivi, accompagnati da una bassa probabilità nei soggetti Lgbt di subire bullismo;
  • La percezione dell’educazione sessuale a seconda del livello di istruzione. Il 20 settembre 2018 è stato pubblicato su Sexual education – Sexuality, Society and Learning uno studio svolto in India, dove i ricercatori hanno potuto verificare che esisteva un ampio sostegno da parte della popolazione con una buona istruzione, mentre le perplessità aumentavano nei soggetti con una bassa istruzione. In generale si è potuto comunque constatare un ampio accoglimento, con eccezioni sull’età in cui sarebbe opportuno elargire questi corsi e su alcuni argomenti controversi, mostrandoun divario tra le intenzioni delle fazioni politiche e le reali percezioni della popolazione;
  • L’importanza di includere gli individui Lgbt. Uno studio pubblicato sul Journal of education and psychological consultation il 20 giugno 2018, mostra come in un arco di 11 anni (tra il 2002 e il 2013) l’insegnamento dell’educazione sessuale, pur avendo esiti positivi per le ragazze eterosessuali, non sembrava sortire particolari benefici nelle coetanee Lgbt. I ricercatori hanno attinto i loro dati dal National Survey of Family Growth, relativi a 5141 donne di età compresa tra i 15 e 20 anni. Quindi lo studio auspicava un maggiore sforzo da parte di psicologi e consulenti scolastici, al fine di «promuovere programmi di educazione sessuale inclusiva che soddisfino pienamente i bisogni delle minoranze sessuali giovanili».