Ratzinger: «Il ’68 è causa del collasso morale che ha condotto alla pedofilia»

di OPEN

In diciotto pagine di appunti il Papa emerito ricostruisce la sua visione del tracollo dei «valori non negoziabili» della Chiesa, mettendo all’indice uno dei momenti fondamentali della storia dell’Occidente

Era il 2005 quando, durante la via crucis, il cardinale Joseph Ratzinger pronunciò quel «quanta sporcizia c’è nella Chiesa». Anche negli anni del suo ritiro dal pontificato, il Papa emerito sente il bisogno di tornare sul tema della pedofilia nella Chiesa. E lo fa andando oltre le pene stabilite da Bergoglio, spingendosi fino a mettere all’indice uno degli anni cardine della storia occidentale: il 1968. Un «collasso morale», scrive in un testo di diciotto pagine e mezzo (dal titolo La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali)pubblicato sul mensile tedesco Kleursblatt e redattoa seguito del Summit del 21-24 febbraio voluto da Papa Francesco. Un tracollo riconducibile a quella stessa «fisionomia della Rivoluzione del 1968», che per i paesi dell’Ovest ha significato l’uscita dalle consuetudini del passato e l’entrata nel mondo come lo conosciamo. Un mondo fatto di «forme drammatiche», secondo il pontefice emerito.


Fu nel Sessantotto che iniziò «un collasso della teologia morale cattolica che ha reso inerme la Chiesa di fronte a questi processi della società». Lo scrive negli «appunti» con i quali, dice, ha tentato di «fornire qualche indicazione che potesse essere d’aiuto in questo momento difficile». Notazioni redatte dopo «contatti» con il segretario di Stato Pietro Parolin e con lo stesso Papa Francesco. In quel periodo, fa notare Ratzinger, si diffuse l’idea che non ci fosse più un’idea di bene. Parla di «club omosessuali» formatisi nei seminari, di vescovi che rivedevano la dottrina nel nome di «una specie di moderna cattolicità». E parla di una Santa Sede che sapeva, e che Papa Giovanni Paolo II ha tentato di salvare quei «valori non negoziabili» dalla deriva verso il male, «che è ciò che distrugge l’uomo», «come nel caso della pedofilia».


«Mi sono sempre chiesto come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze», scrive.«Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l’enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico furono una conseguenza di tutti questi processi». La Chiesa di oggi è, secondo Ratzinger, come non mai una «chiesa di martiri». «Ora – scrive ancora – scossi e scandalizzati, riconosciamo che sui nostri bambini e giovani si commettono cose che rischiano di distruggerli». E aggiunge, in un passo cruciale: «Come ha potuto la pedofilia raggiungere una dimensione del genere? Il motivo sta nell’assenza di Dio».

«La società occidentale», denuncia, «è una società nella quale Dio nella sfera pubblica è assente e per la quale non ha più nulla da dire». Per Ratzinger, dunque,i movimenti del Sessantotto hanno significato una presa di posizione netta dei giovani contro i diktat cattolici.Un collegamento, quellotra questieventi e gli abusi sessuali sui minori,è qualcosa che, come scrive Massimo Franco sul Corriere della Sera, «non potrà non creare polemiche».

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