I troll cinesi tornano all’attacco: presa di mira una pagina Facebook della minoranza musulmana

Per preservare l’immagine della Cina all’estero e contrastare minoranze ribelli e separatiste, troll cinesi continuano a lanciare offensive web sulle pagine dei social media della minoranza Uiguri

Centinaia di commenti che tessono le lodi alla Cina e minimizzano i conflitti interni e le derive autoritarie del regime, come nel caso dei noti campi di rieducazione per uiguri, recentemente denunciati anche dal parlamento europeo. La nuova offensiva ha preso di mira alcuni fra i principali social network come Facebook, Twitter e Reddit, nonostante il loro utilizzo sia stato vietato dalla Repubblica Popolare Cinese.


Sono state propriole pagine Facebook del Congresso Mondiale degli Uiguri a denunciare di aver subito sfottò cibernerticida parte di account cinesi. La pagina è stata inondata di commenti – oltre duemila – dacomunicazioni del Partito Comunista Cinese che rigurgitavano frasi offensive o riproponevanola versione governativa delle repressioni in atto nello Xinjiang.


Si tratta di una provincia autonomanel nord ovest della Cina, storicamenteluogo di appartenenza delle minoranze di origini turche, come appunto gli uiguri i quali, nel secolo scorso, avevano puntato a creare uno stato nazione indipendente, un sogno poi sfumato con l’annessione da parte delpartito comunista. Molti sono di fede musulmana e ancora oggi rivendicano la loro indipendenza dallo Stato cinese, composto a maggioranza di persone di etnia han.

Oggi nell Xinjiangvivono circa 8,6 milioni di uiguri, e 11 milioni di persone di fede musulmana, che subiscono regolarmente forme di repressione da parte dello Stato cinese. Secondo le stime delle Nazioni Unite, dal 2017 sarebbero state internatecirca 2 milioni di persone i campi di “de-radicalizzazione”, con lo scopo di inculcare in loro un’identità pan-cinese, reprimendo manifestazionidi dissenso con la violenza. Nella pagina Facebook, oltre ai commenti, i troll hanno postato foto di uiguri sorridenti, vestiti con abiti tradizionali, accompagnati da frasi che conferano illoro buon stile di vita.

In a clearly coordinated effort, our Facebook page was spammed by hundreds of Chinese users yesterday:- Pinned post…

Posted by World Uyghur Congress on Thursday, April 11, 2019

Non si tratta di un caso isolato. Negli ultimi anni gli utenti di un web forum calcistico in Cina, chiamato Diba, hanno formato una sorta di falange cibernetica dedita alla propaganda sul web. In queste vesti, all’indomani delle elezioni in Taiwan, nel 2016, inondarono i social di messaggi contro l’indipendenza taiwanese. Nell’epoca del web, la politica estera si fa anche così.

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