Grecia vs Germania: gli ellenici chiedono i danni per la Seconda Guerra Mondiale

E presto potrebbe seguirli anche la Polonia, con una cifra ancora più alta: 800 miliardi di euro

290 miliardi di euro come risarcimento dei danni, anche dei tesori archeologici, dei massacri, delle distruzioni e dell’affossamento dell’economia locale provocati alla Grecia dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale.


È quanto si appresta a chiedere ufficialmente la Grecia alla Germania: la decisione arriva al termine di un dibattito parlamentare di 12 ore con il quale il parlamento ellenico ha approvato a larga maggioranza la risoluzione per avviare nei confronti del governo di Berlino tutti i necessari passi diplomatici e giuridici per ottenere tale risarcimento.


«La richiesta dei pagamenti del risarcimento è per noi un dovere storico e morale», ha spiegato il premier greco Alexis Tsipras durante il suo discorso in parlamento. Il governo, in questa battaglia, può avvalersi anche dell’appoggio dell’opposizione e dei conservatori di Kyriakos Mitsotakis. Tre anni fa una commissione parlamentare greca aveva ipotizzato per il risarcimento una cifra pari a 300 miliardi di euro.

Si partirà con una lettera che verrà consegnata al ministero degli Esteri tedesco. «La posizione del governo federale non è cambiata. La questione dei risarcimenti tedeschi è regolato in maniera definitiva sia dal punto di vista giuridico che da quello politico», ha già detto la Germania attraverso un suo portavoce.

Storici divisi

Era il 1941 quando la Germania occupò la Grecia. I morti locali furono decine di migliaia, e immense furono le distruzioni. Non si tratta, naturalmente, di una faccenda di semplice soluzione o valutazione, tanto che non si esclude che la querelle finisca alla Corte Internazionale dell’Aja. Giuristi e storici, ricostruisce l’agenzia Agi, hanno effettuato valutazioni differenti sulle riparazioni di guerra.

E i due paesi coinvolti si richiamano a normative diverse. I tedeschi si appellano al Trattato “2 + 4” del 1990, stipulato in seguito alla riunificazione di Germania dell’Este e dell’Ovest: non prevede «ulteriori risarcimenti» rispetto ai 115 milioni di marchi stabiliti da un’intesa sottoscritta nel 1960 da Germania e Grecia.

Gli ellenici non ci stanno, almeno da quando si è iniziato a parlare di Troika, da quando l’Eurozona è entrata in crisi e da quando Banca Centrale europea, Fondo Monetario internazionale e Unione europea hanno imposto al Paese tagli e sacrifici.

Atene si richiama dunque a un rapporto del ministero alle Finanze greco secondo cui, dice ancora Agi, il debito affrontato dai greci per i tanti fondi di salvataggio nel corso della crisi economica di pochi anni fa ammonta a cifre inferiori rispetto a quanto dovuto ma non pagato per le riparazioni di guerra.

Il tempo, insomma, di una resa dei conti sul tema sarebbe arrivato. L’economia greca è in rialzo, il bilancio in attivo. «Non volevo creare una sovrapposizione con la pesante crisi degli anni passati», ha detto il premier Alexis Tsipras nel corso del dibattito parlamentare durato 12 ore nel corso del quale, tra l’altro, sono state lette le testimonianze dei massacri dei nazisti nei villaggi della Grecia.

«Ma adesso – prosegue Tsipras – dopo la fine dei pacchetti di aiuti, è arrivato il momento giusto. Abbiamo adesso la possibilità di chiudere per sempre questo capitolo per i nostri due popoli».

All’attacco del primo ministro vanno i nazionalisti di Alba Dorata, il partito greco di estrema destra che alle ultime elezioni ha ottenuto 18 seggi in Parlamento: la richiesta di danni, sostengono, altro non sarebbe che una mossa in vista delle elezioni del prossimo.

La posizione tedesca

Sia come sia, la Germania dice «no». «Noi sappiamo quale sia la nostra grande colpa e quanta sofferenza la Germania e i tedeschi abbiano causato alla Grecia ai tempi del nazionalsocialismo», dice il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert. Ecco perché «si impegna di mantenere buoni rapporti con un Paese membro dell’Unione europea come la Grecia, che è amica e partner». Stop.

Grecia vs Germania: gli ellenici chiedono i danni per la Seconda Guerra Mondiale foto 1

Julien Warnand/Epa | Alexis Tsipras e Angela Merkel

A chiedere i danni arriva anche la Polonia

Nel 2019 ricorrono gli 80 anni dall’invasione della Polonia. E l’iniziativa greca ispira anche Varsavia. «Bisogna internazionalizzare la questione delle riparazioni di guerra dovute dalla Germania alla Polonia», dice Arkadiusz Mularczyk (Pis, il partito ultra-conservatore al governo), a capo della commissione parlamentare della Camera dei deputati. Per Mularczyk «è tempo che il parlamento polacco prenda una decisione».

Nel caso della Polonia, come immaginabile, le cifre salgono in maniera significativa: i morti sono stati 6 milioni. Si parla di una cifra che si aggira intorno agli 800 miliardi di euro.

A Varsavia si dibatte sulla questione dal 2017, ma non c’è stata ancora alcuna formalizzazione nè mossa verso la Germania: il dossier è ora in mano a una commissione parlamentare che sta preparando le richieste da avanzare ai tedeschi. Dovrebbe concludere il suo lavoro entro l’anno.

«La decisione del parlamento greco dimostra che l’internalizzazione del tema risarcimenti di guerra da parte della Germania è realistico», ha twittato Arkadiusz Mularczyk.

https://twitter.com/statuses/1118910364568182785

La Germania, oggi, risponde ricordando la rinuncia più volte ribadita negli anni da Varsavia. I polacchi replicano ricordando che si trattava di una dichiarazione del 1953 che il Paese oggi definisce anticostituzionale e presa a causa della forte pressione dell’Unione sovietica e solo in riferimento alla Ddr.

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