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La risposta del Salone del Libro di Torino «Andiamo avanti in nome della democrazia»

08 Maggio 2019 - 01:12 OPEN
«I torinesi abiteranno questo bene comune in nome dei valori che fanno della città e del suo Salone un esempio di sana convivenza». Dopo le dure polemiche degli ultimi giorni, il comitato editoriale dell'evento ha preso ufficialmente posizione

«Questa esperienza deve unirci». Dopo giorni di polemiche attorno all'ultima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, il comitato editoriale si schiera ufficialmente dalla parte della "convivenza democratica": «Il Salone è una grande manifestazione popolare dove gente di tutte le età, i ceti, le idee, le provenienze, le nazionalità si dà appuntamento in un luogo che è diventato uno dei simboli della democrazia e della civile convivenza».

Dopo gli annunci di boicottaggio arrivati da diversi autori e espositori a causa della presenza tra gli stand di Altaforte, la casa editrice vicina aCasapound che ha pubblicato il testo Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio, il Salone ha tentato "disperatamente" di tenere insieme posizioni inconciliabili. Ma la freddezza di quel «sì, sono fascista» pronunciato dall'editore, ha disturbato molti tra coloro che dovevano essere presenti.

«Così, come ogni anno – continua il post -a partire dal 9 maggio i torinesi abiteranno questo bene comune in nome dei valori che fanno della città e del suo Salone un esempio di sana convivenza e accoglieranno i loro tanti amici che vengono da fuori per celebrare insieme, uniti, la festa del libro e il desiderio di un futuro migliore. E il futuro si costruisce in ogni momento».

https://www.facebook.com/SaloneLibroTorino/posts/2721548521207133

«Il problema ovviamente non è la libertà d'espressione – continua il post – ma cosa si può muovere intorno a certe idee che non sono solo agli antipodi dell'impostazione culturale del Salone di quest'anno (non è mai stato un problema: il Salone accoglie tutte le opinioni) ma la cui messa in pratica turberebbe l'ordine democratico offendendo la Costituzione. Se il Salone è diventato l'occasione per affrontare questo tema, rilanciandolo oltre che al mondo della cultura a quello della politica, allora la cultura sarà davvero servita a qualcosa».

Secondo il comitato, il Salone è un luogo di democrazia. Un luogo, cioè, dove la conflittualità e il dibattito sono di casa:«Rispettiamo chi per evidenziare i problemi di cui sopra si è allontanato temporaneamente da quella che com'è ovvio è casa sua, e abbracciamo chi ha deciso, com'è più che mai ora necessario, di abitare con convinzione adesso quella stessa casa per farla durare, e darle spazio e vita».

«Torino è antifascista»

Parla chiaro l'esposto presentato dalla sindaca di Torino Chiara Appendino (M5S) e dal presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino.«Torino è antifascista», dicono tornando a commentare la vicenda. «Questo semplice concetto in premessa deve essere molto chiaro – commenta Appendino – così come deve essere altrettanto chiaro che, in democrazia, non esistono alternative praticabili a questa posizione».

https://www.facebook.com/chiaraappendinosindaca/posts/2475267715817163

«Alla luce delle dichiarazioni sul fascismo rilasciate a mezzo stampa e attraverso emittenti radiofoniche dal signor Francesco Polacchi- aggiungono in una nota congiunta -riteniamo il rappresentante della casa editrice Altaforte e la sua attività professionale nel campo dell’editoria estranee allo spirito del Salone del libro e, inoltre, vediamo nelle sue dichiarazioni pubbliche una possibile violazione delle leggi dello Stato».

La sindaca ha anchedichiarato che sarà presente per ribadire l'importanza della lotta al fascismo:«Le idee si combattono con idee più forti».

Il Torino Pride e il codice etico

L'organizzazione Torino Pride, che si occupa di iniziative culturali e politiche sui temi LGBTQ+, è entrato a gamba tesa nel dibattito. Con un comunicato stampa ha condannato fermamente la presenza di Altaforte al Salone: «Il Coordinamento Torino Pride non può che essere sconcertato all’idea che nello stesso luogo dove si difendono i valori di tutte e tutti e di tutte le minoranze possano essere veicolate anche le istanze di una casa editrice che si definisce sovranista».

Dopo la condanna arriva la proposta: secondo il Torino Pride, ilSalone del Libro e ilsuo comitato editoriale dovrebbero attivare un codice etico rivolto a tutti gli editoria partire dal prossimo anno. I partecipanti dovranno sottoscriverlo per garantire la salvaguardia dei valori antifascisti durante la manifestazione culturale.

Cosa è successo al Salone del Libro

Tutto ha inizio giovedì 2 maggio, quando Nicola Lagioia, scrittore premio Strega e direttore del Salone, pubblica un post su Facebook per smentire alcune voci che vorrebbero Matteo Salvini presente all'evento per sponsorizzare il libro Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio, curato dalla giornalista Chiara Giannini e edito da Altaforte.

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10215850539270546&id=1057334081

Nonostante la conferma dell'assenza del vicepremier, qualcos' altro continua a infastidire alcuni tra gli organizzatori, gli espositori e gli scrittori presenti al Salone: cosa ci fa una casa editrice dichiaratamente fascista tra le file dei banchetti?

A chiederselo sono anche alcuni interni al consiglio editoriale. Lo scrittore Christian Raimo presenta le dimissioni, e in un post su Facebook – che cancellerà nelle successive 24 ore – , definisce l'antifascismo necessariamente "militante". Nello stesso intervento, mette all'indice alcuni giornalisti che sostengono quotidianamente un «razzismo esplicito»in tv e sui giornali.

https://www.facebook.com/christian.raimo.7/posts/10156500328237831

La questione arriva ad avere così tanto peso che il museo di Auschwitz presental'aut-aut al Salone. O noi o loro, scrivono i dirigenti in una lettera: «Non si può chiedere ai sopravvissuti di condividere lo spazio con chi mette in discussione i fatti storici che hanno portato all’Olocausto, con chi ripropone una idea fascista della società».

Anche l'Anpi, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, si schiera contro Altaforte:«Con quei signori lì ci siamo confrontati più di settant'anni fa». spiega a Open la presidente Carla Nespolo. «Non abbiamo più nulla da spartire».

Il collettivo di autori Wu Ming, il fumettista Zerocalcare,lo storico Carlo Ginzburg e la giornalista Francesca Mannocchi si sono ritirati immediatamente dagli eventi in programma, con l'obbiettivo di portare all'attenzione nazionale la questione.

La scrittrice Michela Murgia, invece, sarà presente per non lasciare spazi liberi al fascismo: «Sono convintache i presidii non vadano abbandonati, né si debbano cedere gli spazi di incontro e di confronto che ancora ci restano. Ci sono casi – casi come questo – in cui l'assenza non ci sembra la risposta culturalmente più efficace».

Foto credits: Pagina Facebook del Salone Internazionale del Libro di Torino

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