Nuovo scontro Onu-Salvini sui migranti. Il vicepremier: «Sulla sicurezza non decidono burocrati tifosi di immigrazione»

L’alto commisariato per i diritti umani, diretto dall’italiano Filippo Grandi, aveva già criticato il decreto sicurezza bis con una lettera del 15 maggio

A poche ore dal Consiglio dei Ministri in cui Matteo Salvini dovrebbe presentare il decreto sicurezza bis, l’Onu torna a criticare l’Italia per la sua gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo. Come da copione, la replica del ministro dell’Interno non si è fatta attendere.


Dopo la lettera dell’Alto commissariato che contestava al vicepremier e all’Italia in generale la facoltà di chiudere i porti alle navi Ong che salvano i migranti in mare, con riferimento specifico alla nave Mare Jonio, il vicepremier aveva risposto all’Onu tacciando l’organismo internazionale di essere ridicolo per il fatto che, tra i Paesi membri – che comprendono quasi tutte le nazioni del mondo – ci siano Paesi autoritari come la Turchia e la Corea del Nord.


Nella nota di oggi si legge invece che «il diritto alla vita e il principio di non respingimento dovrebbero sempre prevalere sulla legislazione nazionale o su altre misure presumibilmente adottate in nome della sicurezza nazionale» .

L’Onu ha esortato le autorità «a smettere di mettere in pericolo la vita dei migranti, compresi i richiedenti asilo e le vittime della tratta di persone, invocando la lotta contro i trafficanti. Questo approccio è fuorviante e non è in linea con il diritto internazionale generale e il diritto internazionale dei diritti umani».

Il ministro dell’Interno però ha deciso nuovamente di non rispondere sul merito e di passare all’attacco, respingendo l’idea che in quanto istituzione internazionale l’Onu possa avere un ruolo pari o comunque complementare alle istituzioni nazionali: «Sulla sicurezza e la felicità degli italiani decidono ministri e parlamentari eletti dagli italiani, non sconosciuti burocrati tifosi dell’immigrazione di massa».

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