Via libera del governo: più assistenza agli studenti disabili

«Le ore di sostegno le decide chi sta accanto allo studente e addirittura si decidono insieme a lui quando maggiorenne»

Al Consiglio di Ministri del 20 maggio arriva il via libera alla revisione del decreto legislativo 66/2017 sull’inclusione scolastica degli studenti disabili. È stato cioè approvato in prima lettura il decreto delega elaborato dal ministro alla Famiglia e Disabilità Lorenzo Fontana e quello dell’Istruzione Marco Bussetti che punta a dare maggior voce a chi segue da vicino i 200.000 studenti italiani affetti da disabilità.


Il testo modifica quello originale del decreto delegato della Buona Scuola che prevedeva un ruolo centrale dei Gruppi per l’Inclusione Territoriale, incaricati di autorizzare le ore di sostegno richieste da ogni scuola. Questi verranno affiancati da gruppi di insegnanti specializzati nell’inclusione, che supporteranno le scuole in tutti i passaggi del miglioramento delle attività di formazione.


«Le ore di sostegno le decide chi sta accanto allo studente e addirittura si decidono insieme a lui quando maggiorenne», spiega il sottosegretario all’istruzione Salvatore Giuliano. «In particolare, abbiamo previsto che le ore di sostegno, così come le attività didattiche e gli strumenti materiali per la formazione, non siano più stabiliti da un ufficio distante dall’alunno che agisce per procedure standardizzate».

In queste decisioni, che riguardano non solo le ore di sostegno ma anche varie attività che possono favorire l’integrazione degli studenti, saranno coinvolte la famiglia dell’alunno, psicologi e enti locali.

Il premier Conte si è detto soddisfatto delle decisione: «La disabilità non riguarda la singola persona, ma coinvolge il contesto familiare e sociale in cui questa persona vive e studia. Dobbiamo mirare a un contesto senza barriere, più ricco di opportunità», ha affermato il presidente del Consiglio.

Il presidente nazionale di Anief (Associazione Nazionale Insegnanti E Formatori) Marcello Pacifico si è detto contento delle dichiarazioni del governo, «Ma, oltre le parole, crediamo che adesso sia giunto il tempo dei fatti».

«I nostri alunni diversamente abili hanno necessità che le belle idee siano calate nella realtà, dove purtroppo i docenti specializzati e formati non vengono assunti, gli studenti sono costretti a cambiare docente arbitrariamente, mentre in questi mesi si stanno selezionando nuovi docenti da far specializzare, in presenza di pecche, a partire dagli errori delle preselettive», aggiunge Pacifico.

La situazione italiana

Su 245.723 studenti disabili, ci sono quest’anno solo 141.412 insegnanti di sostegno. Di questi, 50.000 sono supplenti che spesso non hanno la specializzazione nello specifico insegnamento. Ma chi viene assegnato al ruolo proviene spesso da graduatorie di seconda o terza fascia: diplomati anche in altre materie non necessariamente abilitati all’insegnamento.

Chiara, bambina disabile, a causa di queste disfunzionalità organizzative ha «disimparato a leggere e a scrivere». Abbiamo raccontato la sua storia qui.

L’asimmetria tra domanda e offerta è in parte dovuta all’inerzia nel processo di formazione. Secondo il Ministero dell’Istruzione, nel triennio 2012/2015 sarebbero serviti 21.000 insegnanti di sostegno. Ci sono però voluti sei anni per raggiungere questa quota anche perché i docenti formati sono pochi. Nell’anno scolastico in corso lo Stato avrebbe dovuto assumere 13.329 docenti, ma si è fermato a 1.682, il 13%.

I posti vacanti sono stati riempiti da supplenti, spesso non formati per quel ruolo. In alternativa, ai ragazzi in difficoltà viene assegnato un docente per meno ore di quanto sarebbe necessario. Il ministro dell’istruzione Marco Bussetti ha annunciato che nei prossimi tre anni le borse di specializzazione arriveranno a quota 40mila, 14.224 saranno attive quest’anno.

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