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L’Ue contro l’Italia per il debito eccessivo. Ma Conte rassicura: «I nostri conti si stanno autocorreggendo»

05 Giugno 2019 - 18:45 Redazione
La Commissione europea ha detto che avvierà una procedura d'infrazione, che dovrà essere ratificata dagli altri Stati. Salvini e Di Maio attaccano, Conte apre al dialogo

«Non è all’orizzonte una manovra correttiva. Si sta verificando un’autocorrezione naturale dei conti», dice Giuseppe Conte da Hanoi, in Vietnam, riferendosi all’apertura della procedura d’infrazione per deficit eccessivo annunciata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia. Secondo il premier, i conti pubblici italiani si sistemeranno da soli perché alcune spese che erano state messe in preventivo si sono rivelate inferiori, mentre sono aumentate le entrate. Il rapporto deficit/Pil, nel 2019, secondo il Governo, dovrebbe assestarsi sul 2,1%, 0,4 punti percentuali sotto le stime dell’Ue. «Le nostre stime – ha detto Conte – sono diverse da quelle di Bruxelles», aggiungendo che farà di tutto per evitare la procedura d’infrazione: «Il governo – ha detto – ha dimostrato una nuova sensibilità. C’è la determinazione a dare contributo critico, a voler modificare regole esistenti, studiate in contesti diversi da quelli attuali».

L’annuncio della Commissione europea: «Debito pubblico eccessivo»

Oggi, 5 giugno, la Commissione europea ha anticipato con un report l’intenzione di avviare una procedura d’infrazione per deficit eccessivo (la differenza fra entrate e uscite è, cioè, troppo negativa) nei confronti dell’Italia. Una punizione per il Governo che non avrebbe rispettato i patti sulla riduzione del debito pubblico, il quarto più alto al mondo. «Il criterio del debito non viene osservato ed è quindi giustificata la procedura per debito eccessivo», ha detto il commissario europeo per gli affari economici Pierre Moscovici, aggiungendo però che la sua porta è sempre aperta.

La parola ora passa ai singoli Stati che fanno parte dell’Unione: «Non stiamo aprendo oggi la procedura d’infrazione: prima gli Stati membri devono esprimere la loro posizione sulla nostra conclusione», ha spiegato Moscovici. «Siamo sempre pronti a scambiare nuove cifre, informazioni fattuali con il governo italiano. Ma sta al governo italiano dimostrare che si può evitare la procedura».

Moscovici ha risposto con le parole della canzone di Edith Piaf, “Je ne regrette rien” (“non mi pento di nulla”) a un giornalista olandese che chiedeva se riconoscesse come un errore aver fermato la procedura per l’Italia lo scorso dicembre, dopo che a novembre la Commissione aveva concluso, come oggi, che sarebbe stata «giustificata». «L’Italia deve riconsiderare la sua traiettoria di bilancio e metterla chiaramente su un percorso di discesa, perché quello attuale ha creato danni all’Italia: la crescita va giù, gli interessi sul debito salgono e c’è un impatto negativo sugli investimenti» ha poi aggiunto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.

La reazione di Matteo Salvini

Se il premier Conte sembra aperto al dialogo, Matteo Salvini tira dritto. Il ministro dell’Interno ha risposto alla Commissione da Ascoli Piceno: «Il dibattito sui giornali in questi giorni è incredibile: “Ma l’Europa vi manda la lettera, l’Europa richiama, l’Europa vigila…”. Noi non vogliamo andare in Europa a chiedere i soldi degli altri. Non abbiamo bisogno dei soldi degli spagnoli, dei tedeschi e dei francesi. Noi vogliamo andare in Europa a chiedere la dignità e il diritto al lavoro per gli italiani, usare per gli italiani i soldi degli italiani. Non abbiamo bisogno di altri che ci paghino il debito. Ma se gli italiani non lavorano il debito cresce».

A tenere la linea dura con la Commissione arriva anche l’intervento di Luigi Di Maio, che sui social ribadisce la posizione dell’esecutivo, in difesa dei due capisaldi del Contratto di governo, cioè Quota 100 e Reddito di cittadinanza: «Lasciatemi dire che come sento parlare di doveri – ha scritto il leader del M5s – mi piacerebbe sentir parlare anche di diritti. Diritti degli italiani e delle loro famiglie! Non chiedo tanto: diritti! Che tradotto significa la possibilità di aiutare le famiglie, le imprese, le scuole, la nostra sanità. 
Quindi rimbocchiamoci le maniche tutti. E con “tutti”, intendo anche Bruxelles! Per ultimo due cose: Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!».

Nel mirino della Commissione i provvedimenti simbolo del governo Lega-M5s

  • Il debito. Secondo Bruxelles «è il secondo dell’Unione con un peso pari a 38mila e 400 euro per abitante più un costo annuo di circa 1000 euro a persona per finanziarlo».
  • Lo spread. «Da metà 2018 è aumentato di 100 punti in sei mesi, con un costo di 2,2 miliardi per i cittadini». Una situazione che «impedisce all’Italia di stabilizzare l’economia in caso di crisi finanziarie e pesa sugli standard di vita delle future generazioni». Il Paese, dunque, si espone «a shock di fiducia sui mercati con un impatto negativo su economia reale e crescita».
  • Il reddito di cittadinanza. Non avrebbe avuto effetti positivi sul Pil: «Non ha prodotto dei benefici per la ricchezza nazionale e la crescita economica dell’Italia».
  • Quota 100. Per l’Ue «cancella in parte gli effetti positivi delle riforme delle pensioni e indebolisce la sostenibilità del bilancio italiano nel lungo termine». E ancora: «Fa risalire la spesa pensionistica, togliendo risorse a investimenti e istruzione, danneggia la forza lavoro e la crescita potenziale».

I numeri

L’Italia nel 2018-2019 ha sforato le regole sul deficit di 11 miliardi. Il debito è in salita: si passa dal 132,2% del Pil nel 2018 al 135,2% nel 2020. L’Italia è fuori da tutti i parametri Ue nei tre anni coperti dal rapporto, quindi dal 2018 al 2020.

Gli scenari futuri

Sono attese le mosse del governo Conte per trattare con l’Ue. La procedura d’infrazione viene aperta formalmente dall’Ecofin, l’assemblea di tutti i ministri dell’Economia degli Stati membri, che si riunirà il 14 giugno. Uno degli strumenti a disposizione del governo italiano potrebbe essere quello di proporre una manovra bis di 3-4 miliardi.

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