Ballottaggi 2019, chi ha vinto e dove. Salvini: «Lega straordinaria» e Di Maio fa autocritica

Il centrodestra avanza in tutta Italia e conquista tre roccaforti della sinistra: Ferrara, Forlì e Piombino. Il centrosinistra strappa Livorno al M5s, conferma Reggio Emilia e Prato, ma perde terreno in Umbria. Al M5s solo Campobasso

Conclusi i ballottaggi, festeggiano tutti. Festeggia Matteo Salvini, per le «straordinarie vittorie» ottenute dove la sinistra governava da decenni. Festeggia il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che resiste nella “rossa” Emilia e strappa Livorno al M5s. E festeggia anche il Movimento di Luigi Di Maio, vera cenerentola di questa tornata elettorale, che dopo i veleni e i sospetti di inciucio col Pd porta a casa il comune di Campobasso, soffiandolo all’alleato leghista. In generale, il quadro che emerge dalle amministrative è quello di un ritorno al bipolarismo, col centrodestra che cresce e il centrosinistra che mantiene la maggioranza dei comuni con più di 15 mila abitanti.


Le vittorie simbolo del centrodestra

Matteo Salvini e Nicola Zingaretti hanno buoni motivi per essere soddisfatti. Ma il primo ne ha qualcuno in più del secondo. Il ministro dell’Interno ha vinto a Ferrara con un suo candidato, Alan Fabbri, e ha trainato la vittoria del centrodestra a Forlì e Piombino. A Ferrara il centrosinistra governava senza soluzione di continuità da 69 anni; a Forlì da 49 anni; a Piombino – città operaia, simbolo della resistenza e delle lotte sindacali – addirittura da 73. Qui il candidato di centrodestra ha ottenuto il 64,2% dei voti e il Pd è stato spazzato via.


Le vittorie simbolo del centrosinistra

Per il segretario del Pd, i risultati più incoraggianti arrivano dalle conferme di Reggio Emilia e Cesena in Emilia, dove si voterà in autunno, e da Prato, in Toscana. Il fiore all’occhiello è, senza dubbio, la ri-conquista di Livorno, dopo 5 anni di governo M5s con Filippo Nogarin.

Capoluoghi di provincia: la mappa del voto

Ai ballottaggi si è votato in 15 capoluoghi di provincia e il confronto si è concluso con un pareggio. Il centrodestra ne ha conquistati 7 (Biella, Vercelli, Ferrara, Forlì, Ascoli Piceno e Foggia, Potenza), il centrosinistra 7 (Rovigo, Verbania, Cremona, Reggio Emilia, Livorno, Prato e Avellino), uno solo – Campobasso – è andato al M5s. Bisogna però ricordare che al primo turno il centrosinistra aveva ottenuto importanti conferme in sei grandi città (Bari, Bergamo, Firenze, Lecce, Modena e Pesaro), mentre il centrodestra ha avuto successo a Pavia e Pescara, oltre che a Perugia e Urbino.

L’avanzata del centrodestra nei comuni con più di 15mila abitanti

L’avanzata del centrodestra diventa più evidente includendo nella visuale tutti i comuni con più di 15mila abitanti: il centrodestra aveva 39 sindaci e ora ne ha 75. Il centrosinistra ne aveva 149 e ora ne ha 109.

La disfatta del Pd in Umbria

Per il Pd, i segnali più preoccupanti arrivano dall’Umbria: dopo lo scandalo sanità, che ha portato all’arresto del segretario regionale e dell’assessore alla salute e alle dimissioni della Governatrice Catiuscia Marini, passano al centrodestra Perugia (al primo turno), Orvieto, Foligno e Marsciano. L’unica città dove il centrosinistra resiste è Gubbio. Di certo non un buon segnale, in vista delle prossime elezioni regionali, che si dovrebbero tenere a novembre.

Le dichiarazioni di Matteo Salvini e Luigi Di Maio

Il ministro dell’Interno ha definito le amministrative «straordinarie ed eccellenti per la Lega», aggiungendo, come aveva fatto anche dopo le europee, che «il voto amministrativo, come quello europeo, non serve per battaglie politiche interne». «Il centrodestra – ha spiegato Salvini in conferenza stampa – vince 40 sindaci e il centrosinistra ne perde 40 e la Lega nel centrodestra è il primo partito sostanzialmente ovunque»: secondo il vicepremier, la Lega ha conquistato cento consiglieri comunali in Campania e al Sud. A Potenza c’è «il primo sindaco di una città capoluogo che è espressione diretta della Lega».

Nessuna conferenza stampa per Luigi Di Maio, che affida a Facebook la sua analisi post voto. Il vicepremier è soddisfatto per la vittoria a Campobasso, senza rinunciare a fare autocritica: «Il MoVimento 5 Stelle non può illudersi che con una vittoria singola sia tutto a posto. Serve un’organizzazione in modo tale che ci siano ruoli, responsabilità, progetti e in quest’ottica continuano i lavori. Nei prossimi mesi voglio mettere a punto l’organizzazione con persone che possano rispondere alle esigenze degli italiani».