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Alabama: dopo la legge sull’aborto, approvata anche la castrazione chimica

11 Giugno 2019 - 13:11 Redazione
California, Florida, Louisiana, Montana, Texas, Wisconsin e adesso anche l'Alabama: sono sette gli Stati Usa dove la castrazione chimica è legge

Nelle ultime ventiquattro ore dal suo account Twitter la Governatrice 74enne dell’Alabama Kay Ivey ha parlato soltanto di educazione e innovazione. Della castrazione chimica, diventata legge dello Stato con una sua firma, neanche un accenno.

Eppure l’Alabama è ora il settimo Stato americano (gli altri sono California, Florida, Louisiana, Montana, Texas, Wisconsin) a prescrivere la somministrazione di medrossiprogesterone acetato o un suo equivalente per attenuare la libido e inibire l’esercizio dell’attività erotica per chi è stato trovato colpevole di pedofilia. Se per gli oppositori della legge si tratta di una misura in conflitto con la tutela dei diritti umani, per Kay Ivey non è altro che una «misura necessaria per proteggere i bambini».

Cosa prevede la legge

D’ora in avanti ogni persona che sia stata condannata per molestie nei confronti di bambini d’età inferiore ai 13 anni in Alabama dovrà cominciare ad assumere sostanze inibitorie a partire da un mese prima del rilascio fin quando una Corte non lo riterrà più necessario. La legge è stata proposta dal deputato repubblicano Steve Hurst, il quale era favorevole a una misura più punitiva, ovvero la castrazione (irreversibile) tramite operazione chirurgica.

Vietato abortire

Si tratta soltanto della più recente di una serie di leggi firmate dalla Governatrice Kay Ivey che mirano a disciplinare, in senso restrittivo, la vita biologica (sessuale e riproduttiva) dei cittadini dello Stato. Negli ultimi mesi aveva suscitato molto scalpore la decisione di vietare l’aborto in tutti casi – anche quelli di stupro – tranne in quelli in cui verrebbe messa in pericolo la vita della madre.

Una legge potenzialmente anti-costituzionale – visto che la Corte Suprema americana permette l’aborto fino alla 24esima settimana di vita del feto – che infatti dovrà essere approvata anche a livello federale prima di entrare in vigore. Anche in questo caso la giustificazione è “familiare”: proteggere la vita dei bambini.

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