I taxi ci aiuteranno a monitorare il traffico e i livelli di inquinamento in città – Lo studio

Dotando i taxi di appositi sensori sarà possibile utilizzarli per monitorare lo smog nelle città

La tecnologia si chiama “Drive-by sensing” e funziona così: si collegano dei sensori a una flotta di taxi per monitorare l’inquinamento in ampie aree delle città.  


In un recente studio pubblicato su Pnas (rivista dell’Accademia americana delle scienze), i ricercatori mostrano come sia possibile sfruttare il lavoro dei servizi taxi per tenere sotto controllo le emissioni di una grande città.


La ricerca si è svolta in diverse metropoli del mondo: New York (Manhattan), Chicago, Vienna, San Francisco, Singapore, Pechino, Changsha, Hangzhou e Shangahai. 

Monitorare l’inquinamento del traffico

Le auto così equipaggiate potrebbero svolgere un importante compito nel monitorare la qualità dell’aria, la congestione del traffico e altri fattori che contribuiscono al rilascio di emissioni in atmosfera, incidendo sul riscaldamento globale.

Resta da capire quanto debba essere grande una flotta di taxi per poter coprire in maniera efficiente una intera città come New York, tenuto conto anche della potenza dei sensori. Lo scopo dei ricercatori era proprio quello di rispondere a questa domanda:

«Un numero ridotto di taxi può effettuare la scansione di un grande numero di strade. Questa constatazione sembra essere universale, indicando la sua applicabilità alle città oltre a quelle qui analizzate».

Casualità e regolarità

I taxi riescono a garantire una copertura efficace per due motivi: perché effettuano percorsi sempre molto diversi, ma anche percorsi abitudinari. Per questo – secondo lo studio – basterebbe una flotta di 10 taxi per coprire un terzo dei tragitti stradali di Manhattan, nel cuore di New York.

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