In Evidenza Governo MeloniLibanoPremio Nobel
ATTUALITÀFemminismoGender GapParità di genereSvizzera

Il gender gap è un problema anche in Svizzera: «Le donne guadagnano il 20% in meno»

14 Giugno 2019 - 10:06 OPEN
«Le donne in Svizzera guadagnano il 20% in meno rispetto agli uomini: ciò vuol dire che a partire dalle ore 15:30 del 14 giugno le donne smettono di essere retribuite rispetto ai loro colleghi uomini»

Se pensavate che il gender gap non potesse riguardare un Paese come la Svizzera, vi sbagliavate di grosso: la Confederazione elvetica è il settimo Paese dell’Unione Europea per peggior condizione di parità salariale. Ecco perché dalla notte del 13 giugno, le cittadine hanno iniziato uno sciopero generale di tutte le attività produttive e riproduttive che durerà per le 24 ore successive. «Le donne in Svizzera guadagnano il 20% in meno rispetto agli uomini: ciò vuol dire che a partire dalle ore 15:30 del 14 giugno le donne smettono di essere retribuite rispetto ai loro colleghi uomini», cita il manifesto dell protesta, indetta dall’associazione femminista Grève des femmes, grève féministe e organizzata da una ventina di collettivi nazionali. La data coincide anche con la votazione federale del 1981, che accolse l’articolo costituzionale sulla parità tra donne e uomini. Il manifesto riporta tutti i suggerimenti per riuscire a partecipare in caso di maggiore difficoltà sul lavoro: «Se non riesci a scioperare per l’intera giornata, coinvolgi le tue colleghe e prolunga la tua pausa pranzo», si legge. Oppure: «Esponi alle finestre o ai balconi il simbolo del lavoro di cura: grembiuli, scope, stracci, dà libero sfogo alla tua fantasia», e «Ovunque tu sia indossa qualcosa di viola e rendi visibile la tua adesione allo sciopero (il viola è il colore scelto per tutte le proteste femministe degli ultimi 3 anni, ndr)».

La nottata a Losanna e Basilea

Credits: Laurent Gillieron per Tio

A Losanna, 500 donne tra le 23:00 e le 2:00 della notte si sono alternate per scandire le ore dalla cima del campanile della Cattedrale: in più di 600 anni di storia, è stata la prima volta che a farlo sono state delle guardiane e non dei guardiani. A Basilea, invece, il logo dello sciopero è stato proiettato sulla torre Roche, il più alto grattacielo della Svizzera. Durante la giornata di oggi, molte altre città del Paese saranno coinvolte per eventi, cortei e manifestazioni. Nel corso della nottata, donne e ragazze hanno fatto festa bruciando i simboli storici d’oppressione (come il reggiseno) ed esponendo contro le molestie, gli abusi e le discriminazioni sociali.

L’ultimo spunto di cronaca

Credits: Laurent Gillieron per Tio

Secondo quanto riportato dal Portale del Ticino, tra le manifestanti che aderiranno allo sciopero ci sarà anche una giovane ventenne del Sopraceneri, al centro di un recente fatto di cronaca. La ragazza, dopo essere stata vittima di molestie durante un apprendistato in banca, è stata licenziata dal datore di lavoro lo scorso gennaio. La giovane ha scelto di non denunciare i fatti, ma l’episodio ha segnato una svolta nel suo impegno attivista per la causa. All’inizio non ho detto niente, volevo tenere duro fino al termine del semestre di apprendistato. Ma poi tutto è andato a rotoli lo stesso» , ha raccontato.

Il gender gap in Svizzera

Credits: Laurent Gillieron per Tio

Il benessere finanziario raggiunto dalla Confederazione non ha impedito al sistema economico di discriminare per genere la classe lavoratrice. Secondo quanto riportato dall’Eurostat sui dati riferiti al 2017, la differenza di salario tra uomini e donne nel Paese è intorno al 17%. Un problema di cui lo stesso Stato è cosciente: nel 2018, il Federal Office for Gender Gap, l’organizzazione elvetica istituzionale che si occupa delle discriminazioni di genere, ha vinto il premio delle Nazioni Unite per il Servizio Pubblico per le sue azioni mirate alla causa. Ancora peggio della Svizzera fanno l’Estonia (al primo posto con il 25,6%), la Repubblica Ceca, la Germania, il Regno Unito, l’Austria e la Slovacchia. L’Italia, invece, è tra i Paesi con meno differenza, ferma al 5% come il Lussemburgo. Una percentuale che, comunque, non è sufficiente: l’unico punteggio accettabile in uno stato civilizzato è lo 0%.

Leggi anche:

Foto in copertina: Laurent Gillieron per Tio

Articoli di ATTUALITÀ più letti