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Hong Kong, liberato il leader del “movimento degli ombrelli”: si unirà alle proteste

17 Giugno 2019 - 08:22 Redazione
Migliaia di manifestanti sono in marcia verso la sede del governo di Hong Kong per chiedere le dimissioni di Carrie Lam e il ritiro definitivo degli emendamenti alla legge sull'estradizione

Continuano le proteste a Hong Kong, scatenate dalla controversa legge sulle estradizioni in Cina, al momento sospesa. A unirsi ai manifestanti c’è anche Joshua Wong, uno degli studenti leader del “movimento degli ombrelli” del 2014, appena liberato dal carcere di Lai Chi Kok. Wong, nel resoconto dei media locali, ha affermato che la governatrice Carrie Lam «non è più qualificata per essere la leader di Hong Kong. Deve riconoscere le sue colpe e dimettersi, farsi carico delle sue responsabilità e lasciare».

Wong ha dato nuovo impeto alle manifestazioni che lunedì 17 si sono affievolite dopo che circa 2 milioni di persone – secondo gli organizzatori – sono scesi in piazza domenica 16 giugno. Seguito alle nuove proteste la Governatrice di Hong Kong Carrie Lam ha chiesto scusa per il modo in cui il Governo ha gestito la norma di legge sulle estradizioni, ma non ha riposto alle altre richieste dei manifestanti che lunedì mattina ancora bloccavano la principale strada fuori dalla sede del Governo. Sempre lunedì un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu Kang, ha confermato il sostegno della Cina a Carrie Lam.

Le ragioni delle proteste

Nella giornata del 16 giungo, decine di migliaia di manifestanti hanno sfilato di nuovo in corteo. Dopo aver ottenuto la sospensione della legge, adesso chiedono di scartare definitivamente la proposta, che prevede la possibilità di estradare i criminali verso Macao, Taiwan e Cina. I manifestanti temono possa essere utilizzata come strumento per silenziare i dissidenti politici. Un caso che riflette il crescente allarme nella regione semi autonoma in vista della suo inglobamento nella Cina previsto per il 2047.

Ma ormai le proteste vanno al di là del singolo caso. I manifestanti infatti chiedono le dimissioni della Governatrice Carrie Lam la cui amministrazione si è macchiata di una repressione la notte di domenica 9 giugno a tratti violenta nei confronti dei manifestanti pacifici.

Oltre alla condanna della Polizia i manifestanti hanno chiesto al Governo di non inquadrare più le manifestazioni come «sommosse». Un distinguo non soltanto semantico, visto che potrebbe avere delle ramificazioni legali (e penali) per coloro che sono stati arrestati negli ultimi giorni.

Diverse centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in strada a Hong Kong, per la seconda domenica di proteste. La settimana precedente erano più di un milione
ANSA / Nuove manifestazioni a Hong Kong

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