Chef e indipendentista: da Barcellona la cuoca che lotta contro lo spreco di cibo

«Sensibilizzare è possibile, e lo si può fare a tutte le età», dice la chef. «Con i più piccoli è semplice. Con i più grandi, bisogna parlare il loro linguaggio»

Recuperare il cibo, preparare piatti, «planificar». La «cocina sostenible» è il motto di Ada Parellada, 52enne chef del ristorante La Semproniana, a Eixample, Barcellona. Una battaglia in cui coinvolgere tutte le generazioni, ma soprattutto i più giovani e le più giovani, a cui parlare attraverso il loro linguaggio.


«Ho questo ristorante da 25 anni. E sono sempre io», racconta a Open in una serata d’estate, mentre clienti arrivano e vanno. Ada è, prima di tutto, un’attivista contro qualsiasi forma di spreco alimentare.


La cena? Si prepara con gli scarti

Una volta al mese, e a modica cifra – dai 5 ai 10 euro a testa – la chef catalana organizza nel suo ristorante una cena un po’ particolare: realizzata con il cibo che viene scartato dal mondo del commercio. Ada lo recupera un attimo prima che finisca in spazzatura, chiedendo ai fornitori del suo ristorante e ad altri negozi di darle quello che altrimenti verrebbe buttato. Dalle verdure buone ma esteticamente non presentabili, fino ai tagli di pesce finali, intonsi ma destinati a diventare rifiuto.

Il ristorante La Semproniana a Barcellona/Angela Gennaro

Sono anni che Ada organizza queste cene, usando cibo «perfettamente consumabile ma fuori dal circuito commerciale». All’inizio ha trovato un po’ di scetticismo. Con il passare del tempo, sempre meno. Soprattutto, il menu non può che essere una sorpresa fino alla sera prima e non sarà mai, certamente, uguale per tutti.

Insegnare ai più giovani

Che sia un’attivista, si vede a primo sguardo. «Sensibilizzare è possibile, e lo si può fare a tutte le età», dice a Open. La chef organizza workshop e corsi, e non si può dire che sia timida: spesso compare sui media per raccontare e sensibilizzare sulla sua battaglia.

«Con i bambini è semplice, non hanno sovrastrutture», spiega a Open. «Con i ragazzi e le ragazze più grandi è necessario fare uno sforzo diverso». Bisogna parlare la loro lingua, racconta. «Attraverso i loro idoli, gli influencer della rete. Coinvolgendo gli youtuber, usando Instagram».

La politica

«L’attivismo, qui in Catalogna, viene dal fatto che noi non abbiamo mai avuto nulla in regalo». Di questo Ada (autrice, tra l’altro, di un romanzo), si dice certa. La gente scende in piazza, e l’impegno nelle cause resta palpabile. Alle ultime elezioni generali a fine maggio Ada si è candidata, senza successo, con la lista indipendentista JxCat, Junts per Catalunya (Uniti per la Catalogna).

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