I rapporti dell’Italia con Cina e Russia (e Trump), parla il grillino Di Stefano – L’intervista

Il Governo italiano sta aprendo alla Russia sul tema delle sanzioni, mentre cerca di mantenersi in equilibrio tra Cina e Russia. Ma l’Europa non è contenta

Nella politica estera italiana si apre una nuova incognita sulla Russia. Dagli Usa, Matteo Salvini aveva usato toni incoraggianti, se cauti, parlando della necessità da parte della Russia di compiere degli sforzi per scendere a compromessi, ma anche dell’importanza di riavvicinarla all’Occidente, non lasciandola quindi in balia della Cina. Una posizione ribadita da Giuseppe Conte il quale, intervenendo alla Camera il 19 giugno, ha parlato dell’importanza di «lavorare insieme per favorire una distensione e portare i negoziati di nuovo al tavolo», affinché «le sanzioni non siano fini a se stesse ma finalizzate a una soluzione della crisi ucraina».


Il giorno prima la Cancelliera tedesca Angela Merkel era stata molto più dura: «Le sanzioni contro la Russia saranno rimosse soltanto nel momento in cui verrà restituita la piena sovranità dell’Ucraina», aveva detto durante una conferenza stampa seguito all’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy. Conte ha rassicurato che «l’Italia intende perseguire un approccio rispettoso dell’Ue», ma le differenze nell’atteggiamento nei confronti di Vladimir Putin sembra netta.


Nel frattempo, una delegazione parlamentare italiana con a capo Vito Petrocelli e Gianluca Ferrara, entrambi cinque stelle, si trova a Mosca in viaggio ufficiale per un incontro tra la commissione esteri del Senato e la commissione esteri della camera alta del Parlamento russo, per firmare un protocollo di cooperazione con la Russia sulla lotta al terrorismo e Medio Oriente. A Sputnik, Petrocelli ha affermato che «Il nostro governo deve trovare un’alleanza all’interno dell’Ue per superare le sanzioni».

Sia Petrocelli, sia il suo omologo russo, Konstantin Kosachev, hanno sottolineato al termine dell’incontro la necessità dell’Italia di emanciparsi dalla ‘camicia di forza’ dell’Europa, e scegliere con maggiore autonomia i propri partner commerciali, senza discostarsi in modo fondamentale da quelle che sono le principali alleanze strategiche.

Si tratta di una linea esclusivamente penta-stellata o condivisa da tutto l’esecutivo? E sopratutto cosa c’è dietro all’avvicinamento dell’Italia alla Russia? Secondo il sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri Manlio Di Stefano, di recente a San Pietroburgo per il Forum Economico Internazionale (la Davos russa), non si tratta di una «guerra all’Europa».

Di Stefano, sia Matteo Salvini, sia Giuseppe Conte dicono di voler superare le sanzioni con la Russia. Ma in Europa c’è molta resistenza

«Uno dei pochi punti scritti nel contratto di Governo è il superamento delle sanzioni. Il modo in cui stiamo cercando di declinarlo è di un rilancio del dibattito sull’attuazione degli accordi di Minsk a livello europeo. Le sanzioni verranno tolte quando gli accordi di Minsk, che riguardano sia la Russia sia l’Ucraina, verranno attuati»

Il Tap (Trans Adriatic Pipeline), caldeggiato dagli Stati Uniti, si farà?

«I lavori sono in corso. È stato già autorizzato e i lavori saranno conclusi a breve nel 2020 perché c’era un obbligo contrattuale per portare avanti il progetto. Le sanzioni sarebbero superiori a qualsiasi benefit possibile»

Qual’è la linea del Governo invece sulla Cina: arginare o assecondare?

«La linea è di apertura, di ragionata apertura, perché crediamo che oggi si debba assolutamente puntare a ri-bilanciare la bilancia commerciale tra Italia e Cina che vede un disavanzo per l’Italia. L’unico modo per farlo è migliorare la promozione del made-in-Italy in Cina, tramite gli accordi, ed è quello che abbiamo fatto con la visita di Xi Jinping in Italia. A dettare la linea è il Presidente del Consiglio Conte»

È di apertura anche rispetto all’utilizzo di tecnologie Huawei in settori strategici?

«In Europa vige il libero mercato. Non c’è una chiusura nei confronti di nessuno. Abbiamo sistemi di verifica e quindi anche di blocco a investimenti che siano lesivi della sicurezza italiana. Questo vale per Huawei come per qualsiasi altro partner commerciale che si possa avere»

Cosa risponde a chi sostiene che la doppia politica estera dell’Italia – miglior alleati di Usa ma vicina anche alla Cina e alla Russia – abbia come scopo quello di presentarsi più forti in Europa?

«Noi stiamo cercando in realtà di massimizzare il benefit per l’Italia dai rapporti con tutti i colossi extra-europei. L’Italia in questo momento è uno dei partner più solidi degli Stati Uniti, della Cina e anche della Russia. Quello che stiamo cercando di fare non è una guerra all’Europa ma è un ottenimento di maggiori benefici per l’Italia».

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