I sindacati in piazza contro i “porti chiusi” di Salvin: «Li convocherò al Viminale»

Cgil, Cisl e Uil accusano il vicepremier di dare priorità ai porti chiusi mentre al Sud l’emergenza emigrazione continua. E lui risponde da ministro del Lavoro

I sindacati confederati in piazza a Reggio Calabria puntano il dito contro le politiche del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che non perde l’occasione per inserirsi nel dibattito e chiamare a rapporto le rappresentanze al Viminale.


Cgil, Cisl e Uil, uniti nella manifestazione “Ripartiamo dal Sud per unire il Paese” del 22 giugno, hanno accusato il vicepremier leghista di aver «raccontato per mesi che si cambiava il Paese chiudendo i porti», mentre «al Sud continuano ad andarsene fuori dall’Italia».


«Salvini ha raccontato per mesi che si cambiava il Paese chiudendo i porti», ha detto Maurizio Landini, segretario Cgil, chiedendo al Governo di ascoltare la piazza. «Diciamoglielo quello che è successo: hanno chiuso i porti ma sono i giovani del Sud che continuano ad andarsene fuori dal nostro Paese, sono più di 200 mila che se ne vanno e vorrei fargli notare che gli altri paesi d’Europa che sono un po’ più intelligenti di noi non hanno chiuso le frontiere anzi usano l’intelligenza dei nostri ingegneri e dei nostri giovani per far funzionare meglio i loro Paesi».

La replica di Salvini: «Entro luglio sindacati al Viminale»

E Matteo Salvini la piazza l’ha ascoltata eccome: «Entro luglio inviterò i sindacati al Viminale, con altri rappresentanti del lavoro, del commercio, dell’impresa e dell’agricoltura per confrontarci e ragionare insieme sulla prossima manovra economica», ha replicato prontamente.

Bypassando il collega Luigi Di Maio, al quale di norma spetterebbe il dialogo con i sindacati, ha preso la palla al balzo e ha insistito: «Manderò a Landini, che evidentemente non la conosce una copia della proposta sull’autonomia che finalmente porterà merito e responsabilità anche ai politici del Sud. Sono sicuro che in un anno questo governo abbia fatto di più rispetto ai governi di sinistra che ci hanno preceduto per lavoratori e precari. Con la flat tax per famiglie, lavoratori e imprese faremo ancora di più».

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